Un futuro “al silicio” per i tetti di Busto?

Masimiliano Cagelli di Ely spa spiega le caratteristiche dell'offerta sul fotovoltaico "a costo zero" che sarà presentata pubblicamente sabato

È un progetto pilota, per dimensioni e impegno, quello targato Ely e Agesp Energia sul fotovoltaico a Busto Arsizio. I mille pannelli fotovoltaici che si cercherà di "piazzare" ai bustocchi, gratuitamente, senza spese di sorta, per i prossimi 21 anni almeno, sono l’impegno più consistente fra quelli della società che fa capo al biellese Gruppo Autotecnica. Ci dice qualcosa di più Massimiliano Cagelli, responsabile della comunicazione di Ely. «Perchè Busto? Il gruppo Autotecnica è biellese, la Ely nasce a Milano, ma io sono bustocco». E fare due più due con Agesp Energia è stato un attimo. Quanto alla scelta di un presentatore come Enrico Bertolino per l’evento di sabato mattina ai Molini Marzoli, è presto detto: «Professionista molto preparato, sa trasmettere informazioni e dare fiducia. Ci ha detto di sì, ma ha voluto documentarsi al meglio su quanto andrà a pubblicizzare ai bustocchi».

Il progetto "Free energy" è già stato applicato in provincia di Biella e in provincia di Lecce, ma su scala più piccola. «Nel Biellese un centinaio di pannelli, nel Salento 880, suddivisi su tre Comuni». A Busto saranno mille: gratis per l’utenza. Troppo bello per essere vero, si direbbe. «Comprendo che qualcuno potrebbe chiedersi dove stia la fregatura» mette le mani avanti Cagelli, «ma tutto si basa sul contributo del GSE, gestore servizi energetici (già GRTN)», società statale formata all’epoca della liberalizzazione dei servizi e della semi-privatizzazione di Enel. In pratica, spiega Cagelli, il cittadino si tiene l’energia, l’azienda installatrice il guadagno che dovrebbe comunque essere garantito. «I fattori in gioco sono due: il sole e lo Stato». E in Italia non manca nè l’uno… nè l’altro. Assumendo che il primo continui a splendere come fa da qualche miliardo di anni e che il secondo non tracolli di colpo, il gioco varrà la candela, anzi, il pannello. Il margine è dato dalla produzione elettrica immessa in rete – con i mille pannelli si arriverebbe in complesso a 3 megawatt di potenza – e dal "conto energia", che viene a coincidere con l’incentivo del GSE. E se le regole cambiassero nel corso dei 21 anni? No problem anche in quel caso: «il conto energia viene ‘fotografato’ all’inizio». La scelta dei 21 anni di durata del contratto è perchè il GSE «prevede pratiche sui vent’anni di durata», cui se ne aggiunge uno per l’installazione e l’avvio del funzionamento degli impianti. Se poi l’utente-padrone di casa (o azienda) decidesse di comprare il pannello fovoltaico, a quel punto si assumerebbe anche gli oneri, diventando una sorta di microimprenditore energetico, ma avrebbe comunque l’assistenza di Ely spa garantita nel contratto di vendita.
Dal punto di vista tecnico, infine, i pannelli offerti sarebbero di tipo mono o policristallino, scelti di volta in volta a seconda del tipo di installazione. Lo spazio richiesto cambia a seconda della superficie del tetto esposta alla luce solare e della sua inclinazione: in media 24 metri quadri, 28 su un tetto piatto (tipo condominio, ad esempio), 20 metri quadri su un tetto spiovente che avesse un’inclinazione di 35 gradi.

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Pubblicato il 05 Maggio 2010
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