Inquinamento dell’Olona, mistero sulle cause ma la rete fognaria è inadeguata

La relazione di Arpa e Asl approda al Pirellone in commissione ambiente ma non dà risposte sulle cause dell'inquinamento. Longoni: "Rete fognaria in gran parte sottodimensionata, servono interventi urgenti"

L’inquinamento del fiume Olona verificatosi lo scorso 25 giugno torna in commissione ambiente del consiglio regionale. Nell’ultima è stata discussa la “question time” relativa all’interrogazione sull’inquinamento del fiume Olona, presentata alla fine dello scorso mese di giugno dal consigliere della Lega Nord, Giangiacomo Longoni.  L’assessore all’ambiente Raimondi ha illustrato il risultato della relazione effettuata da Arpa Lombardia e Asl in merito alla fuoriuscita di schiuma che ha causato la moria di migliaia pesci. Secondoi risultati presentati la situazione del fiume è tornata alla normalità in breve tempo e le analisi sui campioni di acqua raccolti in quel giorno e nei giorni successivi hanno messo in evidenza che gli scarichi dell’azienda, che si pensa sia alla base della fuoriuscita di schiuma, non hanno superato i limiti di legge per le sostanze emesse.

Persiste, dunque, il mistero su come sia potuto accadere l’episodio del 25 giugno. Nella relazione, infatti, si parla di una carenza del sistema fognario in alcune zone della Valle Olona ma non vengono specificate nè le sostanze che sono finite in acqua, nè chi le abbia sversate. Giangiacomo Longoni si ritiene, comunque, in parte soddisfatto dalla relazione anche se non ha mancato di sottolineare il problema della rete fognaria:

«La risposta dell’Assessore Raimondi – spiega Longoni – è il frutto di una verifica accurata svolta dall’Assessorato all’Ambiente, in collaborazione con ARPA e con l’ASL di competenza. Per quanto riguarda gli effetti sull’ambiente, le analisi effettuati confermano il ritorno alla normalità: i danni si sono limitati alla moria di pesci avvenuta il 25 e 26 giugno.  La relazione tecnica ha poi evidenziato una situazione nella quale, nonostante gli interventi finora realizzati, sono ancora presenti numerose carenze a livello infrastrutturale».

«Mi riferisco – afferma il consigliere del Carroccio – alla mancanza di alcuni tratti di collettamento (presenza di scarichi fognari non trattati) e al malfunzionamento di alcuni sfioratori di piena. Siamo dunque di fronte a un generale sottodimensionamento delle reti. Per la rinascita dell’Olona si sono compiuti giustamente grandi sforzi, pensiamo solo all’impianto di depurazione di Gornate Olona, entrato in funzione il 3 maggio e costato 15 milioni di euro, e credo sia necessario proseguire su questa strada».
«Sono convinto che le Amministrazioni comunali possano ricoprire un ruolo attivo di prevenzione, controllo e salvaguardia, anche nella risoluzione delle carenze infrastrutturali che possono divenire causa di eventi inquinanti. Dichiaro fin d’ora la mia piena disponibilità affinché Regione Lombardia stia al fianco e supporti in maniera adeguata gli Enti locali impegnati su questo fronte».

Lo stesso sindaco di Fagnano Olona Marco Roncari non nasconde il problema: «E’ vero che anche a Fagnano esiste questo problema – spiega – non tutto il paese è collegato al collettore del depuratore ma questo non è l’unico problema dato che l’inquinamento avvenuto il 25 giugno è stato causato proprio da un collettore che non ha retto l’eccesso di schiuma di una vasca di un’azienda del nostro territorio. Questa schiuma è finita nello scolmatore delle piene e poi nel fiume». Il primo cittadino di Fagnano ha promesso ulteriori controlli al collettore di Fagnano e ha ipotizzato anche un intervento, se i tecnici del comune lo riterranno necessario, per evitare che questo problema si ripeta. Le aziende, dal canto loro, si sono difese anche in un recente incontro con lo stesso primo cittadino ribadendo che i loro scarichi sono a norma e non pericolosi per l’ambiente.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Luglio 2010
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