Giachi (Pdl): «Stop alle candidature esterne»

Il consigliere comunale delegato alla cultura descrive sul suo blog la parabola di Emanuele Abruzzo e Giovanni Manelli definendoli "due personaggi fuori dal quadro politico che cercano di rientrare dalla finestra"

Basta personaggi che vengono catapultati dall’esterno, la critica del consigliere comunale del Pdl, delegato alla cultura, esplode sul suo blog www.fabriziogiachi.it con un pungente post dedicato a Emanuele Abruzzo (definito "il gallaratese") e Giovanni Manelli ("il legnanese"). Il primo è l’attuale assessore ai servizi sociali, il secondo è delegato alla sicurezza e al commercio, entrambi erano migrati in Futuro e Libertà, ma uno dei due (il legnanese) è ritornato sui suoi passi. In vista delle prossime elezioni amministrative, che vedrà il Pdl ricandidare il sindaco uscente Fabrizio Farisoglio, e in vista del taglio agli assessorati, il consigliere pidiellino segnala le sue rimostranze nei confronti delle cosiddette "candidature calate dall’alto". In attesa della nuova candidatura esterna Giachi sottolinea i risultati ottenuti da quelli che in questi cinque anni hanno fatto parte della giunta. Riportiamo di seguito il post integralmente.

Le avventure del “gallaratese” e del “legnanese”, due personaggi provenienti da altre città che sono stati catapultati all’interno dell’amministrazione comunale della nostra città da oscure logiche spartitorie facenti riferimento ad un quadro politico, oggi per altro, profondamente mutato.

Ecco che, esattamente come vi avevo profetizzato, i due personaggi, ormai fuori dal quadro politico cittadino, anche a causa delle loro scellerate scelte politiche, stanno cercando di rientrare dalla finestra proprio come io vi avevo anticipato. Cioè uno come ex Futuro e Libertà pentito e l’altro come Futuro e Libertà duro e puro in un’ottica di coalizione allargata etc.. Perchè poi il nostro partito preferisca coccolare gli “ex” o “ex rientrati” anziché valorizzare chi ha lavorato bene e soprattutto è rimasto leale nel tempo, davvero lo ignoro. Sono logiche che vanno aldilà della mia comprensione e soprattutto stridono con quello che è, o dovrebbe essere, un principio ed un valore fondamentale per tutto il centro destra: la meritocrazia!

Ma proseguiamo con le avventure di questi due anomali personaggi. Per quanto riguarda il “gallaratese” direi, parafrasando Leonardo Da Vinci, che poche “virtù in opera si sono messe” in questi cinque anni.

Credo che nessun altro comune delle provincia abbia così tanti parcheggi a lui dedicati, ma a parte questo aspetto folcloristico che cosa ci resta della sua gestione? Quali strategie, quali progetti, quali interventi organici sono stati messi in opera durante la sua gestione? Solo una serie di piccoli interventi a pioggia, costosissimi per la città e aventi come unica finalità quella di procurargli il suo orticello di voti personale. Se a Castellanza in tutta sincerità, non ci siamo proprio accorti del suo passaggio, lui invece del proprio passaggio a Castellanza si è accorto eccome! Infatti in sequenza: ha comprato la macchina nuova (naturalmente Mercedes), ha comprato casa, ha trovato lavoro e si è iscritto all’università. Voi direte: ma come, tutto quanto in questi cinque anni? E ancora, si è iscritto all’università all’età di 32 anni? Bene rispondiamo noi, non è mai tardi per imparare, poi è molto probabile che gli esami di ammissione si superino meglio a 32 anni, con tutto il tempo libero che ti lascia la carica di Assessore…

Dunque abbiamo visto come il “gallaratese” anziché sfruttare l’opportunità che oscure e perverse logiche gli avevano offerto di poter lavorare per la nostra città si sia anche permesso il lusso di lavorare male e perseguire altri scopi. Non sazio di tutto questo “niente” ha cercato di inserire altre persone di sua fiducia all’interno dell’amministrazione comunale, in una sorta di principio di reiterazione del “niente”. Persone che oggi, tra l’altro, gli voltano serenamente le spalle. Ricordo ancora, e non senza arrabbiarmi nuovamente, la campagna elettorale del 2006. In quella circostanza infatti egli si trovò ad essere il referente di Alleanza Nazionale a Castellanza. Anche qui, e devo ripetermi, non certo per meriti ma per oscure e perverse ragioni di devozione al “caporione” politico di quel momento che oggi non fa neanche più parte del centro destra e che ha seguito in Futuro e Libertà.

Così, approfittando del suo ruolo e con una campagna elettorale subdola, sporca e infingarda, riuscì in qualche modo a convogliare tutti i voti di “partito” su un suo personaggio e a farlo così eleggere in consiglio comunale.

Indomito e determinato, riuscì poi ad imporre un suo fiduciario anche alla presidenza della nostra Casa di Riposo. Ebbene, da allora questo Presidente nessuno l’ha più visto. Non si sa cosa abbia fatto, non si sa come abbia gestito la struttura, quali strategie, quali progetti, quali interventi abbia messo in opera.

Devo riconoscere che in questi anni siamo stati davvero magnanimi. Un Sindaco precedente ha costruito la sua fortuna elettorale proprio presiedendo la Casa di Riposo, noi invece ci permettiamo di abbandonarla alla campagna elettorale di non si sa chi, non si sa per quale lista civica. Un Assessorato ai servizi alla persona rappresenta poi una fonte di consenso davvero ragguardevole se vi si lavora con onestà e dedizione, noi invece ci permettiamo di abbandonarlo alla campagna elettorale di non si sa chi, non si sa per quale lista civica. Se a quanto detto ci aggiungiamo anche il fatto che per cinque anni abbiamo perso anche l’opportunità rappresentata dal lavoro di due consiglieri comunali, uno passato con la minoranza e l’altro sparito da Castellanza non appena eletto, purtroppo anche per motivi di salute, la domanda viene davvero spontanea. Siamo stati più magnanimi o idioti? Voi cosa ne pensate?

Siamo così sicuri di poter rivincere le elezioni amministrative da poterci permettere di trascurare tutte queste opportunità? O riteniamo forse che il lavoro pulito, onesto e di immagine, di un semplice consigliere comunale sia stato tale da poter rimediare da solo alla pessima impressione lasciata in città da questi avventizi della politica?

E il “legnanese”, dove lo avevamo lasciato? L’avventura del “legnanese” è indubbiamente più ricca di spunti e più divertente di quella del “gallaratese”. Per cercare di emulare il suo compagno “di merende” cercò di iscriversi anche lui all’università. Ma gli risposero che avendo come livello di studi solo la terza media non poteva iscriversi. Così decise, per non essere da meno, di “infilarci” sua figlia, ma di questo vi racconterò nella prossima puntata…

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Pubblicato il 08 Marzo 2011
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