La città Malpensa piace sempre di più

Nel secondo consiglio comunale aperto sul riordino delle province nuova carrellata di opinionisti. Prevale ancora l'idea di una città estesa che pensi in maniera coordinata da Lonate alla Valle Olona e da Gallarate a Legnano

 

Città Malpensa nell’area metropolitana vince 2 a 0 sull’ipotesi di entrare in una nuova grande provincia composta da Varese, Como, Lecco e (forse) Sondrio e Monza. E’ questo il risultato della seconda serata di consiglio comunale aperto che si è svolta ieri sera, martedì, ai Molini Marzoli in una sala Tramogge piena, a conferma della volontà di partecipazione da parte dei bustocchi ad una decisione che potrebbe cambiare per sempre il destino della città e del suo territorio circostante. (foto: Roberto Blanco)

A prevalere, come nella prima serata, l’idea di una città estesa che comprenda tutta l’area di Malpensa, la conurbazione Busto-Gallarate-Legnano-Castellanza e alcuni comuni della Valle Olona. Un territorio che è stato definito omogeneo sotto tanti aspetti da quello storico economico, approfondito dall’intervento del professor Pietro Cafaro, a quello urbanistico e trasportistico, oltre che sociale. Ad aprire la serata è stata l’esposizione del professor Sergio Zucchetti, tra i redattori del piano d’area vasta del 2007, un piano che aveva definito l’area attorno a Busto Arsizio come generatrice di bisogni tutto sommato uguali e modelli di sviluppo similari: «Questa base di partenza dovrà essere tenuta in considerazione per qualsiasi scelta si vorrà fare» – ha sottolineato Zucchetti.

Di città Malpensa ha parlato anche l’architetto Massimo Giuliani, tra gli estensori del pgt bustocco, il quale ha mostrato visivamente (attraverso alcune slide) l’area influenzata dalla presenza dell’aeroporto di Malpensa, vero fulcro «attorno al quale tutto il territorio compreso tra l’A8 e l’A4 deve relazionarsi necessariamente». Anche dal punto di vista storico-economico Malpensa è uno dei punti cardine e il professor Pietro Cafaro rievoca la figura del deputato e architetto milanese Giuseppe de Finetti che già nel 1948 prevedeva «un necessario sviluppo di Malpensa come aeroporto intercontinentale di Milano». Per Cafaro questa zona, che si estende tra il Ticino e l’Olona, ha sempre guardato a Milano e il capoluogo l’ha sempre ritenuta una porta verso il mondo, prima col Sempione e poi con l’aeroporto. Significativa anche la chicca raccontata da Cafaro quando nel decreto che istituì la provincia di Varese, datato 2 gennaio 1927, gli estensori si dimenticarono di inserire nella lista Busto Arsizio, Castellanza e Sacconago: «Ci volle un secondo decreto perchè si correggesse l’errore, o forse fu un lapsus fruediano?».

Prettamente politico, invece, l’intervento dell’assessore regionale leghista Luciana Ruffinelli, iscrittasi a parlare come cittadina di Busto Arsizio, la quale ha prospettato «la possibilità che questo riordino non veda la luce a causa dei tanti ricorsi al Tar e alla Corte Costituzionale da parte di molti amministratori – ha detto la Ruffinelli – contro un provvedimento che non ha tenuto in considerazione il fatto che la Lombardia ha 10 milioni di abitanti». Infine l’intervento si è rivelato una pura presa di posizione contro l’ingresso nell’Area Metropolitana di Milano: «una città che ci fagociterà e che, ormai, per sopravvivere essa stessa ha bisogno di spremere i territori che la circondano». L’intervento dell’esponente leghista è stato molto criticato sia dal presidente del consiglio Diego Cornacchia che dal consigliere di Sel Marco Cirigliano.

La serata è proseguita fino alla mezzanotte annoverando ancora diverse voci tra le quali quelle della giornalista Chiara Milani, di Enrico Loscalzo, del professor Cosimo Cerardi, di Sergio Barletta, del rappresentate di Ascom Bruno Ceccuzzi, dell’architetto Augusto Spada e del suo collega Luigi Ciapparella. A chiudere il ringraziamento del sindaco Farioli che ha sottolineato l’importanza dell’espressione di così tante opinioni in merito: «Tutte le relazioni ascoltate hanno dato qualcosa al dibattito che il 27 settembre vedrà il suo culmine con l’adozione di una delibera. Come noi faranno anche molti comuni dell’area – ha concluso Farioli – sperando che la volontà del territorio possa essere ben rappresentata prima al Consiglio delle autonomie locali e, infine, dal governo centrale», vero decisore finale sul riordino.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Settembre 2012
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