Il Consiglio ha deciso: “Alto Milanese unito, poi chissà”

Al bivio tra la maxi provincia e la città metropolitana il consiglio comunale non decide. Approvata, invece, all'unanimità la proposta del Sindaco per unire l'Area dell'Alto Milanese "a prescindere da dove si andrà".

Comunque andrà, l’importante è essere uniti. E’ questo il senso della delibera sul riordino delle provincie che ieri sera, durante un lungo consiglio comunale, l’assemblea di Palazzo Gilardoni ha votato all’unanimità. 25 voti su 25 per sancire che, da questo periodo di riorganizzazione, debba uscire un Alto Milanese più forte e unito indipendentemente dalla collocazione amministrativa. Busto, Legnano, Gallarate, la Valle Olona e possibilmente anche Malpensa dovrebbero quindi unirsi in un unica struttura per far valere di più il proprio peso in qualunque entità si deciderà di entrare. «E’ oggettiva e indiscutibile l’unità economica, sociale e infrastrutturale tra l’area dell’Alto Milanese -spiega il sindaco Gigi Farioli- e per questo è un’assoluta necessità che qualunque organo non prescinda da questa oggettiva unità». Per questo motivo il Primo Cittadino ha più volte invitato i consiglieri a votare la prima proposta di delibera all’ordine del giorno che ha come primo firmatario proprio lui «perchè ci consentirà di avere la massima forza contrattuale con la Regione». Questo potrebbe essere l’inizio di una «fase storica nuova» e dunque «sarebbe peccaminoso se ad un miglio dal traguardo impedissimo l’unità dell’alto Milanese».
Una proposta largamente condivisa e firmata anche dai capigruppo di PDL, Movimento 5 Stelle, SEL, PD, Indipendenti di Centro e dal consigliere leghista Unfer «ma a titolo personale» ma che comunque ha visto molta effervescenza nel dibattito. Infatti, quella presentata dal sindaco Farioli era solo la prima di tre differenti opzioni sul tavolo. La seconda, a firma di Cirigliano, Sablich, Bellazzi, Chierichetti e Salomi proponeva l’immediata adesione alla Città Metropolitana con tutta l’area dell’alto milanese (ed è su questa prospettiva che si è avviluppato il discorso) mentre la terza, presentata da Gianpaolo Sablich chiedeva una consultazione popolare.
«Gli opinionisti che abbiamo ascoltato non mi hanno certo illuminato» spiega il leghista Speroni riferendosi ai consigli comunali aperti del 13 e 18 settembre, invitando perciò a «non buttarsi nel buio» dal momento che «se entriamo e poi ci stiamo male, sarà difficile uscirne». Ma nella stessa maggioranza le idee sono molto diverse. Checco Lattuada ammette di «aver paura ad andare con Milano, ma so di non volere stare nella maxi provincia», Franco Castiglioni riconosce che «ormai la nostra area è tutta una grande città» mentre Luigi Chierichette vede nell’adesione all’area metropolitana «una grande opportunità di sviluppo e crescita».
Sul lato delle opposizioni, invece, Sablich ha ricordato per l’ennesima volta che «le provincie sono servite per dilapidare il denaro pubblico», snocciolando una lunga serie di dati mentre dal PD Erica D’Adda evidenzia che «con la seconda delibera chiediamo di entrare nell’Area Metropolitana ma di farlo tutti insieme» invitando il consiglio a prendere una posizione ferma inanellando una serie di proverbi « il futuro è adesso, il passato è passato, se non ora quando».
Alla fine, si è andati alla conta e tutti i consiglieri hanno deciso di appoggiare la delibera proposta da Gigi Farioli. «Ora dobbiamo cercare di convincere gli altri comuni ad unirsi a noi» ha commentato a caldo Farioli, dopo aver visto sul tabellone della sala del consiglio l’unanimità alla sua proposta. «Busto sarà protagonista di questa fase -ha continuato- e saremo vincenti solo se avremo accanto le altre città» invitando tutti a «non precludersi questo ruolo da leader» e a rimandare le altre proposte al prossimo consiglio. Un ritiro che avrebbe evitato una già annunciata spaccatura della maggioranza ma che non è arrivato. La soluzione è stata quindi quella di non votare e, così, le due delibere hanno visto la partecipazione rispettivamente di soli 5 e 4 consiglieri, ben al di sotto del numero legale.
«Ora chiederemo di essere ascoltati dalla commissione in Regione -annuncia Farioli- e spero di avere tutti voi al mio fianco». Tuttavia, maggioranza e opposizione hanno ben chiaro che la loro decisione tanto sudata non sarà certo vincolante. Sarà il governo, alla fine, ad avere l’ultima parola.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Settembre 2012
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