Il consiglio vuole la Città Metropolitana, ma la Lega se ne va

Con 18 voti a favore e solo 1 contrario i consiglieri comunali hanno approvato la mozione che chiede l'annessione alla Città Metropolitana. La Lega non ci sta e abbandona l'aula prima della votazione

Se la mozione per chiedere l’unità dell’Alto Milanese aveva ricevuto la quota record di 24 voti favorevoli, quella per chiedere l’annessione alla Città Metropolitana può contare su “soli” 18 voti. «Non capisco come l’orgoglio di una città sia sceso così in basso al punto di volersi disciogliere» attacca un energico senatore Rossi, unico contrario al momento della votazione. «Se vogliamo che Busto diventi un quartiere di Milano continuiamo pure -continua il consigliere- ma lei Sindaco avrà la responsabilità di essere stato l’ultimo Primo Cittadino di questa città» per poi concludere che, comunque, «rimarrà nella storia un consigliere che ha detto no all’annullamento di Busto Arsizio». Le risposte al duro intervento non si sono fatte attendere con Salomi (PDL) che contrattacca: «solo un ignorante, inteso nel senso che non ha letto la legge, può dire che Busto diventerà un quartiere di Milano. Le municipalità rimarranno».
Ma al di là della contrarietà del consigliere Rossi, il consiglio ha assistito ad una protesta ben più pesante, quella dei consiglieri della Lega Nord. Ancora prima che la discussione iniziasse, Marco Albertini ha chiesto la parola per annunciare quanto già si sospettava: l’abbandono dell’aula da parte dei consiglieri del Carroccio. Nonostante i due consigli aperti alla cittadinanza «è mancata la possibilità di ascoltare i bustocchi» sostiene Albertini. «Busto è bella perchè è un paesotto in cui nei quartieri ci si conosce ancora per soprannome -continua il giovane leghista- ma voi volete trasformarci in una periferia di Milano» e, per farlo, «ricorrete ad una maggioranza diversa da quella uscita dalle elezioni». Per questi motivi «il consiglio per noi finisce qui».
La decisione leghista non è certo passata inosservata. Marco Cirigliano (SEL) attacca: «quelle persone, che fatico a chiamare consiglieri o colleghi, non hanno capito che si può anche arrivare secondi con dignità» e poi, rivolgendosi al Popolo della Libertà si chiede «ma avete bisogno di persone così? il PDL ha bisogno di quella Lega lì?». La debolezza della Lega nella vicenda del riordino delle province, secondo Erica D’Adda (PD) si sarebbe manifestata anche nel fatto che «in Regione, di Varese, non glien’è importato niente a nessuno» mentre Walter Pico Bellazzi ritiene «un’offesa al consiglio comunale l’uscita dei consiglieri leghisiti». Bisogna tenere conto che «non è vero che diventeremo un quartiere di Milano -continua Bellazzi- e che comunque qualunque nostra decisione prescinderà dall’unità dell’Alto Milanese; quindi se entreremo nella CIttà Metropolitana lo faremo tutti insieme». Tocca a Valerio Mariani sottolineare quanto tutti temono, l’instabilità della maggioranza. «L’assessore che ha in mano il PGT che noi andremo a discutere come Area Metropolitana ha abbandonato l’aula. E’ un fatto grave» ricorda Mariani, dicendosi preoccupato del fatto che «se tutte le decisioni future nasceranno da trattative, siamo messi male».
Ci pensa Gigi Farioli a cercare di smorzare i toni, cercando di analizzare il difficile periodo che sta attraversando la Lega Nord, a tutti i livelli politici. «Oggi non c’è un capogruppo in consiglio -ricorda Farioli riferendosi alle dimissioni da quel ruolo di Francesco Speroni- e quindi nessuno è riuscito a fare una sintesi delle posizioni leghiste». Il primo cittadino riconosce i meriti del consiglio nei mesi scorsi «che hanno permesso di avviare una grande discussione» e per questo «ringrazio anche quelli che, sbagliando, non sono qui a votare ma che da domani lavoreranno per salvaguardare l’unità dell’alto milanese».

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Pubblicato il 09 Ottobre 2012
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