Uccide la zia con 80 coltellate, si costituisce in commissariato
L'omicida reo confesso è Simone Impellizzeri, pregiudicato di 49 anni. Nella notte tra lunedì e martedì ha massacrato l'anziana parente che lo ospitava da tempo in casa sua. La vittima è l'85enne Giuseppa Tripi
Un uomo di 49 anni, nella notte tra lunedì e martedì, ha ucciso l’anziana zia a coltellate nell’appartamento al piano terra di via Mazzini 28, all’interno di un condominio dove vivevano insieme. Attorno all’una si è presentato al commissariato di via Candiani Simone Impellizzeri, pluripregiudicato per rapine e spaccio, dicendo di aver ucciso la zia. Era sporco di sangue e aveva qualche taglio, probabilmente autoinferto. Gli agenti hanno trovato Giuseppa Trippi ancora nel suo letto in un lago di sangue e con un cuscino sulla faccia, colpita numerose volte con una forbice e con un coltello, almeno un’ottantina le ferite sul corpo. Interrogato in commissariato dal sostituto procuratore Mirko Monti, davanti all’avvocato d’ufficio, l’uomo ha riconfermato quanto detto agli agenti poco prima: avrebbe agito d’impeto contro la povera anziana perchè stufo delle sue continue richieste di aiuto.
Impellizzeri viveva da lungo tempo con la parente, con intervalli dovuti ai periodi di carcerazione, ed era tornato l’ultima volta nel luglio dell’anno scorso. La zia era diventata un fastidio per via della malattia che da tempo lo accompagnava. L’uomo, dedito all’abuso di alcol, droghe e psicofarmaci era stato, invece, allontanato dal resto della famiglia, compresa la coniuge e un figlio. Ieri sera all’ennesima richiesta di intervento, preso dalla rabbia ha cominciato a colpirla prima con le forbici, poi con il coltello fino a quando la donna non ha esalato l’ulrimo respiro. Tornato alla lucidità si è presentato in commissariato. Ora è in carcere a Busto Arsizio. L’assessore ai servizi sociali Mario Cislaghi si è subito informato sulla triste vicenda di cronaca, chiedendo ai suoi uffici se la signora fosse seguita dagli assistenti sociali: «La signora Trippi era seguita sia da noi che dal servizio di assistenza domiciliare dell’Asl ma non risultano, almeno in via Roma, segnalazioni in merito alla pericolosità della situazione all’interno dell’appartamento. L’anziana signora non godeva di uno stato di salute buono ma, ripeto, non riconducibile a violenze subite dal nipote. Certamente, dal punto di vista sanitario, l’Asl avrà più informazioni di noi».
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