“Tagli pregiati”: 15 condanne e 35 assoluzioni

Assolti dal giudice, nel processo con rito abbreviato, gran parte dei personaggi arrestati nel Bustese alla fine del 2006

Si è chiuso ieri con 15 condanne a complessivi 89 anni di carcere e ben 35 assoluzioni il processo con rito abbreviato tenuto a Caltanissetta a carico degli imputati della vicenda "Tagli Pregiati" nata da un’operazione della direzione distrettuale antimafia (Dda) nissena che aveva pesantemente interessato, con vari arresti, anche la zona del Basso Varesotto-Alto Milanese. L’operazione, che coinvolse anche vari personaggi già in carcere per altri reati, aveva infatti per obiettivo quello di spezzare i legami del potente clan dei Rinzivillo, accusato di riciclare al Nord, e soprattutto a Busto Arsizio e dintorni, proventi di attività illecite. La città lombarda, in particolare, era indicata dagli inquirenti come una sorta di "Gela bis": da un lato per la fortissima immigrazione dalla città sicula, dall’altro per gli indubbi legami anche di tipo malavitoso che fatalmente sono intercorsi nel tempo da un estremo all’altro del Paese.

Il gup Giacomo Montalbano ha assolto ben 35 degli imputati, per i quali ha valutato che non reggesse l’ipotesi dell’associazione a delinquere di stampo mafioso e del riciclaggio di denaro sporco in attività imprenditoriali di vario tipo. Tra questi anche gran parte dei personaggi arrestati nell’ambito dell’Alto Milanese o che venivano indicati come trait d’union che tenevano i contatti con Gela: Rosario Vizzini, Carmelo Vella, Francesco Velardita,
Salvatore Fiorito, Giorgio Gallione, Emanuele Ganci, Antonio Giallorenzo, Salvatore Giampiccolo, Angelo Bruno Greco, Crocifisso Massimo Incorvaia, Nicola Liardo, Emanuele Marino, Fabio Nicastro, Emanuele Italiano, Gianluca Ferrigno.

Nella sentenza è stato disposto anche il dissequestro di numerosi beni a suo tempo posti sotto sequestro giudiziario e riconduciili agli indagati poi assolti in giudizio; confiscate viceversa tre ditte dei fratelli Palmeri (condannati) e il «New Market srl». Fra le decisioni del giudice, anche quella che impone i condannati di pagare 250mila euro al Comune di Gela e 25mila alle altre parti civili costituesi insieme all’amministrazione comunale, fra cui associazioni antiracket e le vittime delle estorsioni accertate.

Spiccano in modo particolare le condanne a carico dei fratelli Palmeri: la più pesante, 12 anni, per Paolo, il più in vista nel clan Rinzivillo, per estorsione, usura e per il rogo di quattro auto incendiate a un macellaio, pur venendo assolto per traffico di droga e per alcune altre estorsioni. Dieci anni al fratello Rosario, 8 ciascuno agli altri fratellii Rocco e Sebastiano. Fra i Rinzivillo invece condannati a 12 anni Benedetto detto Peppe, a 6 anni ciascuno due omonimi Luigi Rinzivillo e Rocco Rinzivillo (per il danneggiamento di una pizzeria, ma assolto dal vincolo associativo). Tra i condannati, da segnalare, sia pure con pene lievi, anche tre donne, a riprova del loro peso crescente nelle strutture malavitose. Assolti invece Antonio, Crocifisso e Salvatore Rinzivillo, per i quali la pubblica accusa chiedeva 10 anni di carcere a testa. 

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Pubblicato il 29 Aprile 2008
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