Case popolari alla Madonnina, a rischio il finanziamento del governo

Il vice-sindaco Ferro sta cercando di cambiare l'area in cui costruire 40 alloggi Aler da via Madonnina a via San Giulio ma il rischio è quello che gli altri comuni che non hanno ottenuti i fondi dal governo facciano ricorso

A costo di perdere il finanziamento ma quelle case popolari lì non si devono costruire, abbasserebbero il valore delle abitazioni intorno, compresa quella del vice-sindaco Ferruccio Ferro che, infatti, sta scomodando anche le amicizie al ministero pur di cambiare il decreto che vincola i 4,6 milioni di euro di finanziamento per la costruzione di 40 alloggi Aler all’area della Madonnina (foto a sinistra).

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A pochi giorni dall’inizio delle procedure per l’inizio dei lavori che dovrebbero partire dal 12 aprile ancora non è certo che Aler possa costruire il nuovo complesso residenziale in quella striscia di terra situata in via della Madonnina. Poco prima delle elezioni, infatti, il partito di Ferruccio Ferro, la Lega Nord, lo aveva detto chiaro e tondo facendo intervenire anche il consigliere regionale Luciana Ruffinelli: «Bisogna fare il possibile per cambiare la destinazione di quei soldi verso l’area di via San Giulio». Una soluzione che presenta molti più problemi a partire dal fatto che in quell’area persistono tre palazzi, dei quali due ancora abitati e uno solo completamente vuoto. L’assessore all’urbanistica Vittorio Caldiroli non sa ancora come finirà questa storia: «Sto aspettando notizie dal vicesindaco – racconta – il decreto fissa delle regole precise volute dal governo Prodi e confermate nel 2009 dal governo Berlusconi. I finanziamenti vengono erogati a quei comuni che indicano aree edificabili immediatamente e quella della Madonnina lo era. La modifica del decreto deve essere fatta entro il 12 aprile altrimenti il rischio di perdere il finanziamento». E addio case popolari per i residenti di via San Giulio e per chi attende da anni di avere un appartamento a canone agevolato.

Il vice-sindaco Ferruccio Ferro non si scompone e conferma: «Il fatto che l’eventuale costruzione del palazzone alla Madonnina danneggi in minima parte anche me mi ha dato la sensibilità per capire la situazione le giovani famiglie che hanno acquistato la casa in quella zona ad un certo costo al metro quadro e presto si ritroveranno la loro casa svalutata a causa delle case popolari». Dopo aver mosso senza risultato Aler e Regione Lombardia Ferro sta cercando di sfruttare l’amicizia personale con il sottosegretario alle infrastrutture Castelli perchè modifichi il decreto.

Il rischio è che, pur ottenendo la modifica del decreto da parte del ministero delle Infrastrutture, i Comuni giunti alle spalle di Castellanza in graduatoria possano fare ricorso e far saltare il finanziamento ma l’assessore Caldiroli si dice fiducioso: «Noi siamo favorevoli al cambiamento di destinazione dei fondi solo nel caso in cui non si perdano i fondi». Il sindaco, in realtà, aveva detto di non essere disposto a trattare la questione delle case di via della Madonnina facendo notare anche il conflitto d’interessi che investiva il suo vice. A favore dello spostamento della costruzione delle nuove case popolari sono anche gli esponenti dell’opposizione Michele Palazzo e Lidia Zaffaroni, così come il resto del Pd cittadino. L’area della Madonnina è difesa anche da un comitato che si oppone per salvare la piccola cappelletta votiva dedicata, appunto, alla madre di Gesù. I prossimi giorni saranno decisivi per sapere come andrà a finire.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Aprile 2010
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