Ghiringhelli: “Sull’inceneritore le scelte le fa la politica”

L'amministratore delegato di Accam risponde alle critiche mosse da M5s e dai comitati contro l'incenerimento dopo la presentazione del business plan emerso dal tavolo tecnico incaricato di studiare il futuro dell'impianto

Giorgio Ghiringhelli, amministratore delegato di Accam Spa, prova a spegnere le polemiche dopo la presentazione dei diversi scenari emersi dal tavolo tecnico incaricato di andare oltre la rigenerazione completa dell’impianto di termovalorizzazione di Borsano voluto dall’assemblea dei soci ad aprile di quest’anno (leggi qui). Dalla presentazione avvenuta martedì scorso a Palazzo Gilardoni, davanti ad alcuni dei sindaci che fanno parte del consorzio, erano emersi i diversi scenari possibili studiati dai tecnici. Quattro quelli presi in considerazione: fabbrica dei materiali con revamping di una linea di incenerimento, fabbrica dei materiali con spegnimento totale dell’inceneritore, fabbrica dei materiali con impianto di compostaggio e revamping di una lina con compostaggio e fabbrica dei materiali. La presentazione, corredata da cifre che ne sottolineavano la sostenibilità economica, ha fatto emergere come scenario auspicabile il mix tra revamping di una linea di incenerimento unita a fabbrica dei materiali e impianto di compostaggio. Uno scenario che alcuni sindaci dell’Altomilanese, insieme agli attivisti di Rifiuti Zero e il Movimento 5 Stelle, hanno criticato fortemente (leggi qui). In base a queste critiche abbiamo intervistato l’amministratore.

E’ stato accusato di conflitto di interessi perchè ha preso parte a questo tavolo tecnico. Cosa risponde a questa critica?

Non c’è alcun conflitto di interessi ma c’è un interesse legittimo. Era inevitabile la mia presenza al tavolo tecnico per un semplice motivo: la parte di studio non poteva essere slegata dalla parte economica. Solo in questo modo è stato possibile mantenere gli scenari aderenti alla realtà. Non sono un difensore strenuo del revamping anche perchè quando sono arrivato qui il revamping totale era stato già deciso mentre adesso si sta discutendo di scenari completamente diversi.

Proprio per questo motivo è stato criticato per aver tentato di indirizzare la scelta dei soci verso la soluzione che prevede anche il revamping di una linea.

Il mio ruolo è quello di facilitatore. Non ho cercato in alcun modo di orientare la scelta verso uno scenario pre-cucinato ma ho presentato dei numeri che tenevano conto delle richieste che sono state fatte dagli stessi amministratori al tavolo tecnico. Ad esempio i soci hanno chiesto di non aumentare le tariffe di smaltimento e di questo è stato tenuto conto nelle quattro opzioni. La scelta la faranno i poltici e io non voglio sostituirmi a loro in alcun modo ma sono l’amministratore dell’azienda ed era mio dovere presentare anche la parte economica perchè la scelta fosse fatta nella maniera più equilibrata possibile.

Perchè ha parlato di artifici imperfetti riguardo alle cifre che accompagnavano le diverse soluzioni?

Ammetto di aver usato un termine sbagliato. I numeri sono veri e non artificiali e sono calcolati sulla base dei bilanci degli ultimi 20 anni. Sono gli stessi soci che hanno fatto questa richiesta. Se mi viene richiesto cosa succede al valore dell’impianto nel caso in cui vengano chiuse entrambe le linee io devo dare una risposta.

Viene criticata anche la scelta di conteggiare gli 8 milioni per la bonifica solo in caso di spegnimento dell’impianto. Ma questi soldi non dovrebbero già essere accantonati?

Li stiamo accantonando ma se si decide di chiudere completamente il termovalorizzatore dall’oggi al domani questi soldi devono essere disponibili immediatamente in base alla convenzione con il Comune di Busto Arsizio che ci chiede di lasciare i terreni com’erano quando ci sono stati consegnati.

Potrebbero esserci ulteriori variazioni a quei numeri?

Se i soci avanzeranno richieste ulteriori è possibile.

Infine c’è la questione della data entro la quale bisogna decidere. Perchè è stato chiesto di farlo entro il 15 dicembre?

Non è una dead-line come è stato scritto. Saranno i politici a decidere quando ma una cosa è certa, prima si arriverà ad una definizione del futuro di Accam e meglio è. 

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Pubblicato il 11 Novembre 2014
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