I giovani studenti sognano “una casa per cultura e socialità”
Gli studenti della città iniziano ad interrogarsi sul futuro delle politiche giovanili in città e preparano le loro proposte. "Il Comune non potrà non ascoltarci", dicono i giovani e intanto gli occhi si posano sulla Fondazione Blini
Neutrale, apolitico, apartitico. Sono questi i tre punti fissi del grande progetto che i giovani della città hanno in mente per trasformare il volto di Busto Arsizio, svecchiandolo. «Posti per uscire al sabato sera ce ne sono molti -esordisce Dennis di Falco, rappresentante del Liceo Classico- ma noi vogliamo di più, noi vogliamo un posto diverso. Vogliamo un posto che non si occupi solo delle notti del week end ma che sia vivo e vitale anche negli altri giorni della settimana». Gli studenti sognano un luogo «dove si possa fare cultura, che sia fisso, senza preguidizi e che quindi possa essere sentito come la nostra casa» e per realizzarlo bussano alla porta di Palazzo Gilardoni. «Quando abbiamo incontrato il Sindaco durante la manifestazione studentesca di novembre -ricorda Erika Borin, anche lei rappresentante del Crespi- l’amministrazione aveva assicurato di essere pronta ad aiutarci» e quindi ora quegli stessi giovani tornano per battere cassa sulle promesse fatte. Le idee sul tavolo del primo incontro convocato per discutere del tema sono molte ed è Gilan Islam, rappresentante dello scientifico Tosi ad assicurare che «il nostro obiettivo è quello di coinvolgere gli studenti con attività culturali, mostre ed eventi, e non quello di far concorrenza a bar o discoteche».
E se tra i partecipanti all’incontro pochi erano gli studenti, molte erano invece le rappresentanze di associazioni e realtà già attive da tempo sul territorio. «I problemi che voi avanzate sono gli stessi che hanno portato nel 1989 alla nascita di Comunità Giovanile», ricorda Serena Maggioni che oggi è alla guida della realtà fondata da Giovanni Blini. Ed è proprio verso la struttura che avrebbe dovuto ereditare il messaggio del giovane ragazzo ad attirare l’attenzione di molti. «La Fondazione Blini doveva essere proprio la risposta a questa esigenza» spiega Matteo Sabba e anche Massimo Brungone spinge verso quella stessa direzione. «Perchè non formalizzate in un’associazione il comitato che raccoglie tutti i rappresentanti degli istituti cittadini», propone l’ex leader lombardo di Ammazzateci Tutti, precisando che «in questo modo, rappresentando migliaia di studenti, avreste anche un fortissimo potere per modificare lo statuto della Fondazione Blini».
Alla fine sembra proprio questa la direzione che gli studenti dovrebbero imboccare nelle prossime settimane, magari dopo aver intrapreso una serrata raccolta di firme. E in effetti questa scelta potrebbe essere un validissimo sbocco alle esigenze dei giovani. La fondazione, infatti, ha a sua disposizione un budget molto ricco e un’invidiabile sede (in dirittura d’arrivo, ndr) in Piazza Trento, all’interno dell’ex polo del Liceo Artistico. In questa accezione la Fondazione comincerebbe a respirare, costringendo inevitabilmente la politica a fare un passo indietro. Gli auspici, però, non sono dei migliori perchè per affittare la sala del Museo del Tessile il Comune ha infatti chiesto un contributo piuttosto cospicuo che gli organizzatori si sono dovuti accollare. Ma anche se queste sono le premesse, gli studenti assicurano che «non siamo certo i tipi disposti ad accettare un no».
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