Il Presidente Anpi avverte: “I fascisti sono ancora troppi”
Durante l'affollato incontro per discutere dell'affermarsi delle nuove destre Carlo Smuraglia, Presidente Anpi, ha avverto sul fatto che "dobbiamo far capire che il fascismo in Italia non ha diritto di cittadinanza"
Il grande problema da affrontare nell’Italia di oggi è quello dell’indifferenza. Ne è convinto Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’ANPI, che è intervenuto nel convengo sulle nuove destre secondo cui «se sommiamo fascisti veri e propri e indifferenti, superiamo di gran lunga il numero di noi antifascisti». Un problema di grande peso perchè «dalle crisi spesso la tendenza è di uscire verso l’estrema destra» e per questo «bisogna togliere spazio a chi cerca e ha cercato di presentare un fascismo mite».
Durante il convegno, il riferimento rimbalza spesso dalla politica locale, con le note vicende del consigliere Checco Lattuada, fino a quella nazionale con le ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi e, attraverso le analisi di Saverio Ferrari dell’osservatorio sulle nuove destre e il professor Enzo La Forgia si mettono in luce anche quei fenomeni di stampo neofascista successi proprio a Busto Arsizio: l’incendio della sede Anpi, l’aggressione ad Angioletto Castiglioni, il furto di ceneri di Auschwitz dal tempio civico e i ritrovi di persone di estrema destra. Tutti questi fenomeni sottolineano il fatto che «abbiamo lasciato troppo spazio a queste forme e ora l’aggressione alla costituzione e alla storia è costante», continua Smuraglia.
Proprio per questo non solo serve «un impegno per difendere la costituzione» ma è necessario che «la costituzione venga applicata in ogni sua parte, perchè è nella sua interezza che si denota il carattere antifascista». Secondo Smuraglia, infatti, «se fascismo e democrazia sono ovviamente termini antitetici» bisogna far capire che invece «democrazia e antifascismo vogliono dire la stessa cosa».
Deve quindi partire una reazione che non sia «semplicemente protestare o indignarsi» ma che punti a cambiare la proporzione tra antifascisti e fascisti». Una delle strade è sicuramente quella della scuola e proprio per questo, annuncia Smuraglia, «vogliamo confrontarci con il futuro ministro dell’istruzione e dell’interno» per far capire alle nuove generazioni che «il fascismo, nel nostro Paese, non ha diritto di cittadinanza».
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