Inceneritore di Borsano, il revamping non è più la priorità

Incontro tra i sindaci dei comuni soci di Accam e l'assessore all'ambiente Terzi: il progetto di ristrutturazione da 40 milioni potrebbe essere molto ridimensionato. Tra 90 giorni un nuovo piano per la gestione del ciclo dei rifiuti


Regione e Comuni si sono incontrati per decidere la sorte dell’impianto di incenerimento Accam di Borsano. Due le principali novità emerse: il revamping non è più l’unica soluzione e serve un nuovo piano d’azione da presentare entro 90 giorni di comune accordo tra Regione e Comuni soci. Il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli è soddisfatto, ad Accam c’è aria da "è tutto sbagliato, è tutto da rifare". 

ACCAM, NEWCO, REVAMPING, RIFIUTI ZERO

Farioli ha inviato una lettera a Roberto Antonelli, presidente di Accam spa, e a Claudia Terzi, assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile; per conoscenza anche a Dario Galli, commissario straordinario della Provincia di Varese, a Luca Marsico presidente della commissione VI “Ambiente e Protezione civile” della Regione Lombardia e a tutti i sindaci dei comuni soci di Accam.

«Scrivo immediatamente al termine dell’importante incontro tenutosi presso palazzo Lombardia che, proficuamente, ha sancito l’unanime condivisione alla proposta da me formulata a sintesi dei lavori che hanno visto protagonisti i soci di Accam. Ritengo infatti essenziale cogliere l’opportunità offertaci dall’assessore Terzi e dall’intero gruppo dirigenziale di Regione Lombardia nel supporto all’approfondimento degli scenari futuri di Accam e del tema rifiuti. Alla luce del nuovo quadro legislativo, dello scenario determinatosi in Regione e delle determinazioni assunte da Consiglio e Giunta, è per me motivo di grande soddisfazione l’intendimento espresso di perseguire, in spirito di leale collaborazione, ma anche con la determinazione convinta di tutti, nel valutare, insieme ed in alternativa al piano già consegnato dalla Bain, anche scenari alternativi che, avendo come presupposto l’adeguata sostenibilità ambientale, economica e finanziaria, ci consentano di inserirci con efficacia nella programmazione regionale».

Farioli esprime, dunque, soddisfazione per com’è andato l’incontro in Regione. Si chiede di valutare scenari alternativi al piano già consegnato, che è quello di creare un’unica società tra Accam, Agesp, Amsc e Amga nella gestione dei rifiuti dalla raccolta allo smaltimento. La Regione chiede di guardare oltre e pensare anche ad un riutilizzo dei materiali. La lettera prosegue:

«La convinzione emersa di dover assumere scelte consapevoli ed informate ha confermato che l’impostazione vede come assoluta priorità il garantire un futuro ad una società che sempre più deve porsi come soggetto unico di gestione integrata del rifiuto e sempre meno come semplice gestore di un termovalorizzatore. E’ per questo che l’ipotesi originaria del revamping di cui allo studio Bain è a tutt’oggi, nella convinzione unanime dei soci, solo una delle ipotesi in campo e, in conseguenza dei nuovi scenari e di un’attenta analisi costi-benefici, nemmeno l’ipotesi prioritaria. Nel prendere atto con soddisfazione dei passaggi che, su stimolo dei soci, la società Accam e i tecnici delle principali municipalizzate del territorio hanno compiuto in questa direzione, siamo ancor più soddisfatti del sostegno che Regione Lombardia ci ha oggi garantito anche attraverso le proprie strutture interne ed esterne per la comparazione con altri piani e studi economico e finanziari che, massimizzando la sostenibilità ambientale, vadano dalla sostanziale riduzione dell’inceneribile fino al trattamento dell’umido, alla valorizzazione delle materie seconde, così come alla produzione di calore ed energia. Ambizioso obiettivo delle gestione integrata del rifiuto in un territorio così delicato e importante per la competitività regionale e non solo è naturalmente anche il bloccare l’ormai anacronistico e pericoloso permanere di discariche in zona ed il pullulare di disorganiche richieste di autorizzazione impianti nel raggio di 15 chilometri».

Farioli ammette che il revamping – a questo punto – è solo una delle ipotesi in campo e nemmeno quella principale. Si evince che la Regione darà tutto il suo sostegno ad un nuovo piano che preveda la riduzione dell’inceneribile, il trattamento dell’umido, la lavorazione delle materie seconde. Farioli, però, torna a chiedere la chiusura delle discariche e lo stop a qualsiasi ipotesi di trattamento di rifiuti da parte di privati in cerca di "affari".

«Alla luce di tutte queste valutazioni, che hanno visto sposare da Regione Lombardia e Provincia l’iniziale intuizione del Comune di Busto Arsizio e dei soci Accam e, di fronte alla pur comprensibile difficoltà e resistenza avanzata dagli organi esecutivi di Accam in sede di riunione, chiedo, anche a nome di tutti i soci presenti, immediata convocazione di assemblea straordinaria che possa consentire ai rappresentanti legali della società di attivarsi per la provvisoria sospensione di procedure di autorizzazione AIA e di attivarsi insieme con gli esperti interni ed esterni alla Regione perché si possa, secondo gli indirizzi dei soci, consentire entro i prossimi 90 giorni una scelta convinta e responsabile. Con la presente quindi, oltre a chiedere la convocazione di assemblea, offrendo la disponibilità della sala consiliare del Comune di Busto Arsizio, onde analizzare specifica mozione di indirizzo in tal senso, invitiamo Regione Lombardia ad attivarsi per quanto convenuto nell’incontro di oggi»

Comuni e Regione si danno, quindi, 90 giorni di tempo per arrivare ad un nuovo incontro con delle alternative al revamping ma senza chiudere nell’immediato l’inceneritore. L’idea che sembra prevalere è quella di ridimensionare l’intervento di ristrutturazione ad una sola delle due linee e far funzionare l’impianto con una sola linea rinnovata ancora un tempo ragionevole che non sia un anno ma nemmeno dieci. 

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Pubblicato il 01 Aprile 2014
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