Omicidio della gioielliera, ergastolo per Alex Maggio
Lo ha deciso il gup del tribunale di Busto Arsizio: il pm aveva chiesto il massimo della pena. Soddisfazione da parte del fratello della vittima e dei famiglieri presenti
Il giudice dell’udienza preliminare Alessandro Chionna ha deciso questa mattina, martedì 10, nel corso del rito abbreviato, per la pena dell’ergastolo ai danni di Alex Maggio. L’uomo è reo confesso dell’omicidio di Mariangela Granomelli, la titolare della gioielleria in centro a Saronno uccisa la sera del 3 agosto del 2013 nel corso di una rapina. E’ stata quindi accolta la linea del pubblico ministero Nadia Calcaterra che nella scorsa udienza aveva motivato la sua richiesta di considerare tutte le aggravanti possibili, a partire dalla finalità della rapina. La difesa aveva chiesto il minimo della pena e, ora, farà ricorso con tutta probabilità in appello. Prima c’è da attendere le motivazioni della sentenza.
Le quattro perizie psichiatriche, comprese quelle della difesa, avevano stabilito che Maggio è in grado di intendere e di volere, come quel pomeriggio dell’anno scorso in cui la donna venne assassinata a colpi di portagioie e, come se non bastasse, con calci e pugni: un delitto efferato che aveva sconvolto la città, e non solo. In quei giorni fu caccia all’uomo: quei fotogrammi delle telecamere di sicurezza, quel cappellino e quei bermuda portati quasi con naturalezza dall’assassino, finirono sulle prime pagine di tutti i giornali mentre lui trascorreva una vacanza in Puglia con la compagna, in una situazione di quasi isolamento, assurda soprattutto se si pensa che il caso aveva avuto riscontri mediatici a livello nazionale. Soddisfazione in aula da parte del fratello della vittima e dei famigliari presenti, tra cui anche i figli dell’esercente, che hanno accolto in lacrime la lettura della sentenza. Anche il pubblico ministero Nadia Calcaterra e il procuratore capo Gianluigi Fontana hanno espresso, al termine della lettura del dispositivo, la loro soddisfazione per l’accoglimento della linea dell’accusa: «Crediamo che la giustizia abbia dato una risposta esaustiva ai familiari della vittima» – hanno commentato davanti ai microfoni e taccuini dei giornalisti presenti.
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