Ristrutturare il termovalorizzatore conviene ancora?

Canegrate, Gallarate e Legnano sono i comuni che cominciano a mettere in dubbio il costoso progetto di "revamping" dell'impianto Accam di Borsano e chiedono un ridimensionamento a favore di un centro riciclo

La ristrutturazione dei forni e degli impianti del termovalorizzatore Accam di Borsano conviene ancora? A distanza di 4 anni si torna a discuterne mentre il famoso "revamping" è ancora sulla carta. All’interno dell’assemblea dei soci del consorzio, nella quale sono rappresentati i comuni che ne hanno una quota, si è aperta una discussione che mette in dubbio il progetto da 42 milioni di euro che il consiglio di amministrazione sta portando avanti per ammodernare le due linee dell’inceneritore bustese. L’ultimo incontro, che ha visto la rielezione di Roberto Antonelli alla presidenza di Accam, è stato anche l’occasione per i rappresentanti di comuni importanti come Gallarate e Legnano, di porre la questione sul tavolo della discussione. Tutto è partito dall’intervento del consigliere di Canegrate, il sindaco Roberto Colombo, il quale ha espressochiaramente la sua opposizione al cosiddetto "revamping" auspicando la revisione dell’intero costosissimo progetto. 

Colombo ha sottoposto all’attenzione dei colleghi il fatto che Accam ha un costo di conferimento nettamente più alto rispetto agli impianti del resto della regione (110 euro a tonnellata contro gli 88-90 euro di media) e il fatto che già attualmente l’impianto non riesce a funzionare a pieno regime a causa della diminuzione della materia prima, ovvero i rifiuti da bruciare. A questo va aggiunto che questo intervento di ristrutturazione, da ammortizzare in 25 anni, sarebbe un costo troppo elevato da sopportare. L’aumento della raccolta differenziata, che tocca punte del 60% nei comuni che conferiscono in Accam,  sta facendo mancare il combustibile che fa andare l’impianto di Borsano. Il concetto è stato condiviso dal sindaco di Gallarate Edoardo Guenzani, dal sindaco di Legnano Alberto Centinaio e, in parte, anche dal sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli.

L’obiettivo dei tre sindaci che si oppongono all’attuale progetto di ristrutturazione è quello di dare mandato al nuovo consiglio di amministrazione per sottoporlo ad una verifica per capire se esistano ancora i presupposti per metterlo in atto così com’è. Guenzani, in particolare, ha sostenuto la non necessità di ristrutturare entrambi i forni in quanto "basterebbe solo una linea rinnovata così da risparmiare un bel po’ di soldi, in primis, ma soprattutto per adeguare la strategia di Accam alle nuove realtà che stanno emergendo e che ormai non guardano più all’incenerimento dei rifiuti ma al loro riutilizzo. Il futuro, insomma, è quello di conferire sempre meno agli inceneritori e riutilizzare sempre di più". Guenzani, inoltre, porta a suffragio del suo ragionamento uno studio realizzato proprio da Amsc che conferma il calo di produzione dei rifiuti. Secondo i tre sindaci, dunque, già dalla prossima riunione il consiglio di amministrazione dovrà prendere in considerazione questo nuovo elemento della discussione. Lo stesso discorso che affrontò Busto Arsizio nel 2009, quando si trattò di discutere l’allungamento della vita del termovalorizzatore, con la famosa proposta Vedelago, poi lasciata cadere nel vuoto.

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Pubblicato il 13 Luglio 2013
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