“Su Accam decida il territorio, ma i nostri paletti restano”
L’assessore all’ambiente Claudia Terzi spiega la posizione di Regione Lombardia sull’iter di revamping dell’inceneritore: “I territori sono maturi per scegliere da soli ma bisogna procedere considerando che la situazione è notevolmente cambiata"
E’ un’apertura di credito verso il territorio e Accam quella che l’assessore all’ambiente di Regione Lombardia assicura sull’iter di manutenzione straordinaria dell’inceneritore di Busto Arsizio. Nelle prossime settimane i sindaci soci del consorzio Accam dovranno decidere quale sarà il futuro dell’impianto e, assicura l’assessore, «la Regione non imporrà nulla a nessuno: l’inceneritore è del territorio e quindi quello che arriverà dal territorio sarà quello che dovrà essere realizzato». Ma in tutto questo i paletti del governo regionale rimangono chiari mentre su tutto incombe il ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto Sblocca Italia. Ecco l’intervista completa.
Assessore, dentro Accam si potrà continuare a bruciare qualcosa?
Il piano regionale dei rifiuti che abbiamo approvato non prevede quali impianti dovranno essere spenti ma sancisce una situazione ben precisa: i rifiuti dei lombardi sono sempre meno e questo fatto fa venir meno il carburante degli inceneritori. Alla luce di questo abbiamo chiaramente detto che d’ora in poi non si faranno nuovi inceneritori e non si amplieranno quelli esistenti mentre parallelamente dobbiamo iniziare a ragionare sul decommissioning (lo smantellanmento, ndr) di alcuni impianti.
Quindi no?
Se dobbiamo spegnere partiamo, naturalmente, dai più vecchi. Ma se con l’impianto di Cremona abbiamo avviato un tavolo per valutare se e come spegnere i forni, Busto Arsizio ha deciso diseguire una strada diversa. I sindaci hanno chiesto di fare uno studio per valutare cosa fare, stiamo aspettando che ci facciano sapere la loro decisione.
La parola finale spetterà però alla Regione…
Voi però avete posto dei paletti ben precisi
La regione ha chiesto una riflessione maggiore quando era stato presentato il progetto di revamping. Se si pensa che ci sarà sempre più carburante, la realtà è che non sarà così. Oltre a questo abbiamo detto no all’ampliamento degli impianti esistenti o alla costruzione di nuovi, rimanendo a disposizione per valutare come procedere allo spegnimento di alcuni impianti. Ma ad oggi l’unico che sta seguendo questa seconda strada è Cremona.
Per garantire la sostenibilità economica dell’intervento potrà allargarsi il bacino di raccolta?
Su questo la Regione è stata perentoria con un secco no. In Lombardia si bruciano solo i rifiuti dei lombardi e su questo non guardiamo al colore politico. Nelle scorse settiamane abbiamo deciso di aiutare la Liguria accogliendo i loro rifiuti per un mese, ma solo per via dell’alluvione. Ma anche in questo caso i problemi non sono mancati
Cioè?
I nostri impianti sono calibrati sui nostri rifiuti, molto selezionati grazie alla raccolta differenziata. Prendere il sacco nero di un territorio meno virtuoso e buttarlo dentro i forni non è un processo così automatico.
C’è però la richiesta del Governo con il decreto Sblocca Italia di accogliere i rifiuti di altre regioni
Sì, e c’è anche il nostro ricorso alla Corte Costituzionale. Nei prossimi giorni dovrebbero fissare la data della prima udienza contro l’articolo 35 che imporrebbe alla Regione di accogliere i rifiuti provenienti da altre parti del Paese. Fino ad oggi erano le singole regioni a decidere ma se dovesse passare il decreto saranno le società a potersi mettere d’accordo, comunicando semplicemente la loro decisione ai nostri uffici.
Quali effetti potrebbe avere questo articolo su Accam?
Al momento nessuno. L’attuale impianto è di una categoria troppo vecchia e non rientra nei parametri del decreto e quindi gli effetti si potrebbero avere solo dopo il revamping.
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