“Il lago di Varese è un malato che va curato con amore”
L'assessore provinciale spiega il punto di vista della Provincia e dell'osservatorio: "Mai ottismo sbilanciato, i dati ci dicono che migliora"
Né ottimismo né pessimismo, ma attenzione per tutelare una “preziosità” del territorio come il lago di Varese. L’assessore provinciale all’Ecologia e all’Ambiente Luca Marsico replica, garbato ma fermo, alle dichiarazioni del presidente della commissione Ambiente del Comune Stefano Clerici: «L’ottimismo attribuito all’ente Provincia non è reale. Non mi risulta che abbiamo mai fatto proclami, ci siamo sempre basati sui numeri, non su sensazioni del momento – spiega Marsico -. Il lago non è balneabile e questo è un dato di fatto: i prelievi fatti nel 2005, gli ultimi ufficiali, poi sospesi come prevede la normativa vigente, dicono che l’acqua è inquinata oltre i livelli consentiti. Noi abbiamo fatto eseguire alcuni prelievi dall’Asl, che ci dicono che a livello microbiologico e chimico-fisico l’acqua in questi anni non sta poi così male: l’ultimo effettuato alla Schiranna è del 27 maggio scorso e rileva che gli streptococchi sono nella norma, non ci sono particelle di salmonella, i residui fecali sono sotto i limiti di attenzione. Non mi sembra ci sia una situazione di emergenza. Non è possibile dire che il lago sta bene come non è possibile dire che sta tutto male: i prelievi sono infatti puntuali, rilevano lo stato dell’acqua in una stazione precisa e non nel suo complesso».
Tra gli obiettivi dell’osservatorio la ricerca di soluzioni per sanare la situazione dell’inquinamento del lago, zona di protezione speciale dall’aprile 2005 su disposizione della Comunità Europea e inserito nella “Rete Natura 2000”: «Gli ossigenatori sono stati smantellati perché ritenuti non più convenienti in un calcolo costi benefici – chiosa Marsico -. Faremo altre analisi scientifiche per valutare cosa fare: gli studi ci dicono che la salita del fosforo dal fondo è un fenomeno ineluttabile, ma non ci arrendiamo. Ci sono soluzioni ancora da valutare con attenzione, come quella di una sorta di tappeto d’argilla che in teoria dovrebbe bloccare la risalita in superficie del fosforo, ma non si sa ancora quanto possa costare e se realmente può dare benefici. Di certo non ci fermiamo. Il lago è un bene di tutti, non mi sembra certo il caso di cavalcarlo dal punto di vista politico».
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