Varese bocciata da Legambiente, nel 2009 “troppa” ecomafia

Presentato il rapporto 2010 di Legambiente sulle ecomafie. Nella nostra provincia si sono svolte alcune delle indagini più importanti dell'ultimo anno

Non ha la "maglietta nera" fra le province lombarde, ma Varese occupa comunque una parte importante del rapporto di Legambiente sulle ecomafie.

Il "Re dei rifiuti", il “Rewind” di Mario Chiesa da ex protagonista di Tangentopoli a trafficante di rifiuti, il traffico di terra e rifiuti nel parco del Ticino: sono tre casi a cui la parte di rapporto sulla Lombardia dedica un ampio spazio. Ecco come Legambiente descrive i tre casi.

Replay – Un personaggio ben noto agli inquirenti, un nome che continua a far parlare la Lombardia

e non solo: Salvatore Accarino, indicato all’inizio del 2010 da tutti i quotidiani della regione
come il responsabile di un immenso traffico di sostanze pericolose. Associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, falsità documentale e riciclaggio: queste le accuse che nella notte tra il 18 e il 19 gennaio hanno portato all’arresto di questo campano di 57 anni – legato alla famiglia siciliana di Giuseppe Onorato – che agiva attraverso una società di Olgiate Olona da lui amministrata.  Ma oltre al Deus ex machina esisteva una vasta rete di relazioni scoperte dal Pubblico Ministero di Busto Arsizio Sabrina Ditaranto, che ha coordinato l’attività delle forze dell’ordine.
L’operazione, chiamata con chiaro riferimento alla reiterazione delle condotte criminali “Replay”, ha portato a 10 arresti, 41 indagati, 18 perquisizioni personali e locali, al sequestro di 2 impianti di gestione dei rifiuti, 7 sedi legali di società, 15 autocarri, 3 autovetture private di lusso, un terreno di circa 2000 mq, 4 immobili e 21 conti correnti bancari.
Rewind – Forse non è la vicenda più eclatante ed imponente dal punto di vista dei numeri, ma di
certo tra le più emblematiche del modo in cui spesso, nel nostro paese, la storia possa ripetersi e dopo diversi anni le cronache ritrovavano uno dei personaggi simbolo di Tangentopoli, Mario Chiesa, il “colletto bianco” più famoso d’Italia si era riconvertito in trafficante di rifiuti. L’operazione condotta nel marzo di un anno fa dai Carabinieri del NOE di Milano e coordinata dalla Procura di Busto Arsizio, era stata denominata “Rewind”, “riavvolgere” in italiano, proprio a significare un ritorno al passato. I dettagli dell’operazione erano piuttosto eclatanti, sia per l’entità dei rifiuti trattati illegalmente – circa 2.700 tonnellate – che per l’articolazione dell’attività criminosa. I Carabinieri avevano provato che la società coinvolta, riconducibile a Chiesa, gestiva con “modalità fraudolente le attività di trattamento/smaltimento delle terre di spazzamento
stradale”.
Per questa e per l’operazione Replay, i responsabili di Legambiente hanno sottolineato come l’uso delle intercettazioni sia stato cruciale.

Parco del Ticino – A Lonate Pozzolo, nella frazione di Sant’Anna, gli agenti coordinati dalla Procura di Busto Arsizio sono impegnati nel sequestro di un’area di circa 30 mila metri quadrati. Un’area estesa, dove si trova una delle più grandi ed importanti cave della provincia. Da qui sono partiti i tir che hanno trasportato la sabbia e la ghiaia utilizzate per la realizzazione della Boffalora-Malpensa, una delle controverse direttrici autostradali sorte negli ultimi anni in Lombardia. Le indagini, culminate con il sequestro dell’area, hanno origine dalle denunce delle guardie del Parco del Ticino riguardanti alcune irregolarità compiute nella costruzione di questa infrastruttura. Inizialmente l’attenzione delle forze dell’ordine si era concentrata sulle dimensioni spropositate di una strada interna, costruita per collegare il sito di escavazione ai cantieri dell’opera. Questo si è rivelato poi essere solo il punto di partenza dell’intera vicenda, poiché, dopo i primi sopralluoghi, è apparsa evidente agli occhi degli inquirenti una realtà ben più grave ed inquietante. È infatti l’ennesimo scempio compiuto ai danni

dell’ambiente in Lombardia quello a cui si trovano di fronte gli uomini delle forze dell’ordine. Emerge un panorama desolante, un’immensa cava coperta di rifiuti, che le prime analisi accerteranno essere in parte anche pericolosi.

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Pubblicato il 05 Luglio 2010
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