Damiani: “Mi hanno tradito. Ci rivedremo ad aprile”

L'ex sindaco parla degli ex alleati e spiega le ragioni della sua caduta. «Pensate che io abbia fatto approvare il pgt perché in via Martiri Patrioti ho 300 metri di terra? C’è chi ha interessi maggiori dei miei». In serata la nomina del commissario prefettizio

«Noi andiamo a casa, ma questo non vuol dire che chi si dimette sia coraggioso. Chi si ritira per me è un perdente». Sandro Damiani commenta così le dimissioni degli undici consiglieri che hanno mandato a casa lui e la sua giunta. Quando parla dei suoi ex alleati ( Lega Nord e una parte di Forza Italia) non cerca metafore o mezze parole e parla esplicitamente di «tradimenti e sotterfugi». «Non mi manda a casa l’opposizione per capacità – continua Damiani –  ma perché si sono serviti di persone di cui mi ero fidato e che invece hanno dimostrato che la parola data non ha alcun valore. Non sono arrabbiato, ma amareggiato perché ho dato la mia fiducia ai leghisti e al consigliere Michele Colasuonno. Sono loro i veri responsabili di tutto questo».
L’ex Primo cittadino rincara la dose quando parla dell’ex consigliere comunale di Forza Italia Colasuonno che con le sue dimissioni ha di fatto fornito i numeri all’opposizione per mandare a casa la giunta. «A luglio – continua l’ex sindaco di Malnate – ho chiesto alle persone e non ai partiti se volevano andare avanti. Ho chiesto se fossero convinti e se qualcuno avesse paura di continuare. A quel punto, se non avessi avuto la loro conferma, mi sarei dimesso subito. In undici mi hanno confermato la loro disponibilità a proseguire e io ci ho messo la faccia. Però solo in dieci l’hanno mantenuta tranne l’undicesimo che tra l’altro dovrebbe essere “nei secoli fedele”». La battuta è rivolta naturalmente a Colasuonno che è sottufficiale dei carabinieri in pensione.
«Ai cittadini di Malnate dico che se è nell’indole di una persona tradire, tradirà anche dopo. La lega , ad esempio, dice nei suoi slogan che crede nel territorio. Invece a Malnate i leghisti hanno creduto più nel partito che nella loro terra e si sono inchinati e umiliati di fronte al partito. Se tu credi nel territorio butti via tre anni di lavoro? Il Pgt l’ha fatto dall’inizio alla fine, con i tecnici, l’assessore leghista Gastaldello. Io non ci ho messo becco. Cosa conosce Alessandro Vedani di Malnate? Pensate che io abbia fatto approvare il pgt perché in via Martiri Patrioti ho 300 metri di terra? Credetemi, c’è chi ha interessi maggiori dei miei».
Damiani ha un pensiero anche per il Pd, reo di aver cavalcato la fronda interna alla maggioranza. Nella politica queste di solito sono strategie, ma l’ex sindaco si chiama fuori dai partiti e dalle loro logiche. «Io mi vanto di non aver fatto mai politica, perché ho risposto solo agli interessi del territorio e non alle segreterie dei partiti. Se volevo fare il furbo avrei potuto farlo. Invece questo ruolo lo lascio al Pd che si allea con la Lega ed è disponibile a qualsiasi compromesso pur di raggiungere uno scopo, calpestando quei e valori che fino a cinque minuti prima difendeva strenuamente. Solo così sono riusciti  mandarmi a casa, perché in un altro modo non hanno mai messo in difficoltà la mia giunta».
In serata sarà nominato il commissario prefettizio che svolgerà l’ordinaria amministrazione in attesa delle prossime elezioni. Damiani però non ha ancora ammainato la bandiera e pensa già al suo futuro politico: «Godano di questa effimera vittoria. Ci rivedremo ad aprile e, se ci saranno le condizioni, mi ripresenterò, questa volta però correrò da solo».
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Ottobre 2010
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