I due gangster e il macellaio infedele

I carabinieri hanno scoperto che i due attentatori di Porto Ceresio hanno anche sparato in diverse rapine a supermercati nel 2007, rischiando di ammazzare un benzinaio. Erano una batteria di fuoco pronta a tutto

 L’indagine  sull’attentato alla caserma dei carabinieri di Porto Ceresio si è fusa con quella su una serie di azioni violente nel Varesotto, ed è così emerso che i due attentatori, Gianluca Dattilo e Alan Capuano, sono anche i responsabili di una serie di rapine a mano armata, di un sequestro di persona, e un altro tentato omicidio. Lo hanno scoperto i carabinieri di Luino e il pm Tiziano Masini. Il 24 settembre del 2007 Dattilo, insieme un complice, Andrea D’Orta (che aveva lavorato in quel supermercato) entra con faccia nascosta e coltello al Tigros di Cantello, rubando 10mila euro. Un colpo simile è compiuto il giorno 11 ottobre 2007: i due imbavagliano il direttore e una dipendente del Tigros di Ponte Tresa e prendono 18mila euro dalla cassaforte, con un basista rimasto sconosciuto. (nella foto, il capitano Giuseppe Daveni, comandante della compagnia dei carabinieri di Luino)
Il 18 novembre Dattilo si ripresenta al Tigros di Cantello, ma non riesce a sfondare la porta a vetri di un ufficio.
Ci riprova il 20 novembre del 2007: Dattilo, Capuano e un terzo uomo sequestrano il vicedirettore del Tigros di Ponte Tresa, a Caravate, mentre l‘uomo, che quel giorno non lavora, sta uscendo di casa per andare a un convegno. Lo legano e lo incappucciano e lo tengono fino a sera in un’auto in una zona boschiva. Sono armati con una semiautomatica e hanno il passamontagna; alle 20 e 15 lo portano al supermercato e lo costringono a consegnare l’incasso giornaliero, 4.700 euro in contanti
Il 28 novembre 2007, poco dopo la mezzanotte, due uomini aggrediscono una guardia giurata vicino al Cavalca di Arcisate; lo picchiano a sangue e gli rubano cinturone, radiotrasmittente e una Colt calibro 357 (la pistola dovrebbe essere quella usata da Dattilo nel tentato omicidio di Sesto Calende, gettata tempo dopo nel lago di Lugano).
I due complici, alle 19 e 45 del 10 dicembre 2007, con passamontagna e pistola tentano di rapinare il titolare dell’Agip di Arcisate che si sta recando alla Popolare di Intra di Induno Olona per versare i soldi dell’incasso. Il commerciante intuisce di essere seguito, innesta la marcia indietro e scappa. I rapinatori lo inseguono e gli sparano 6 colpi tra cui uno che si va a infilare nel sedile del guidatore, ma poi si danno alla fuga.
La lunga sequenza di violenze è stata ricostruita dai carabinieri di partendo dal furto di 2mila ricariche telefoniche asportate durante la rapina del 24 settembre al Tigros di Cantello. Gli accertamenti informatici portano fino a Foggia, dove alcuni testimoni dicono di aver acquistato quelle schede da persone vicine ai rapinatori. In particolare, gli oggetti erano stati venduti nel foggiano da un ragazzo del luogo, il quale le aveva ricevute da suo cugino, che non a caso aveva lavorato come “apprendista macellaio” nei supermercati Tigros di Cantello e Ponte Tresa. Si tratta di Andrea D’Orta, basista e autore dei primi colpi, arrestato in Austria, dove era fuggito con il cugino foggiano, e dove aveva trovato un lavoro pulito

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Pubblicato il 05 Febbraio 2011
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