Un paese intero per salutare Alessandra
Amici, parenti e tante persone hanno presenziato alla cerimonia, officiata da Monsignor Stucchi. “Non si deve morire a Pasqua perché giorno di vita”
Mesenzana oggi pomeriggio era listata a lutto per i funerali di Alessandra Camboni. Un paese immobile per salutare una sua giovane concittadina, una ragazza molto amata nel borgo insieme alla sua famiglia, strappata alla vita dal gesto impossibile da commentare: la violenza di un padre che, con una lama, taglia la vita di una figlia per sempre.
Era presente a salutare sua sorella anche Federico, il fratello rimasto seriamente ferito al braccio, colui che è riuscito a dare l’allarme quella maledetta sera. Ma oggi non era il giorno della cronaca dei fatti, di un racconto allucinante, oggi è stato il giorno del commiato, di un silenzio che si fa preghiera, di parole pesate perché nulla deve "sporcare" questo momento solenne.
"Non si deve morire a Pasqua – ha detto Mons. Stucchi officiando i funerali – la Pasqua è vita". Nella chiesa echeggiava, da parte del Vescovo, l’invito a "guardare alle ferite di Alessandra come si guarda alle ferite del Cristo, anche lei vittima innocente, disegnando così una somiglianza con Gesù".
Dalle ferite di questa ragazza, come detto nell’omelia, scaturiscono le cose belle che questa giovane ha fatto nella sua esistenza terrena, nella sua breve vita e da quelle ferite bisogna ripartire. Parole spirituali che hanno raggiunto non solo i presenti ma anche i familiari stretti in un dolore composto, lucidi, presenti, testimoni di una speranza difficile da sostenere. Monsignor Stucchi ha esortato a pregare per il dono della salute per chi è rimasto ferito, colpito da quel gesto, anche fisicamente,
invitando pure alla preghiera ed al pentimento pure colui che ha colpito quella tragica sera.
Alla cerimonia funebre era presente anche Federico Vegro, l’amico padovano di Alessandra, il consigliere comunale di Albignasego che, fascia tricolore addosso, ha voluto testimoniare la vicinanza del paese dove la giovane era andata a vivere. Il sindaco di Mesenzana Alberto Rossi ha voluto chiudere la cerimonia con il pensiero dell’amministrazione, rappresentando una comunità ancora sotto choc, apprezzando i familiari per il loro "modo dignitoso di vivere questo profondo dolore".
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