Escort e auto blu, i sexy viaggi del sindaco Fumagalli

Stupore in aula. L'imprenditore Pasin andava a ragazze con l'ex sindaco e a volte pagava il conto. Le prostitute affittate spulciando gli annunci sui giornali. L'autista del comune accompagnava delle giovani amiche

Il sindaco andava a donne con l’auto blu? E’ girata intorno a questa domanda la prima vera udienza del processo per peculato e concussione contro Aldo Fumagalli, primo cittadino di Varese dal 1997 al 2005. Oggi in aula sono stati analizzati alcuni episodi che ruotano attorno all’accusa di peculato. Vizi privati, certo, ma anche presunti peccati pubblici. Un cotè di cubane sul lago, romene in appartamento, russe all’hotel, e annunci osè. Davanti al collegio dei giudici guidato da Anna Azzena è stato ascoltato Roberto Pasin, l’imprenditore edile amico personale dell’ex sindaco: ha confermato una serie di episodi in cui i due hanno incontrato ragazze straniere, durante viaggi o week end “rosa”. Pasin, in particolare, ha confermato un curioso episodio alla “Giampi Tarantini”. L’imprenditore e Fumagalli affittarono due camere all’Hotel Regina di Savoia a Stresa: «Era estate e ci andammo dalla mattina presto – ha detto al pm Agostino Abate – stavamo lì in piscina, bevemmo un po’, forse troppo, prendemmo il giornale e cominciammo a chiamare delle ragazze, sì, insomma, delle escort. Ne sentimmo una marea – ha continuato – lui diceva che costavano troppo, ma alla fine si mise d’accordo con una ragazza». Il pm ha acquisito le registrazioni dell’albergo. E il conto lo pagò Pasin.
L’ex autista del sindaco Salvatore Napoli ha confermato in aula di essere andato a Stresa ad accompagnare il sindaco con l’auto di servizio. Il testimone ha altresì confermato di aver trasportato giovani straniere, in orari di servizio, anche in altri episodi e persino da solo, su ordine del borgomastro: a Gallarate, oppure a Monza, dove vivevano due cugine romene (Ramona e Adriana) che fu incaricato di portare a Varese, perché bisognava trovare loro un appartamento. Successivamente furono ospitate, su pressione diretta dell’ex sindaco, in una casa del comune in via Vetta d’Italia. Il vigile Napoli fece da tramite tra i desiderata di Fumagalli e le resistenze del funzionario dei servizi sociali Silvio Pieretti. «Ero tra l’incudine e il martello» ha riferito in aula. Alla fine le signorine usarono la casa che il comune destina ai bisognosi, anche se solo per pochi giorni.
In un altro episodio, emerso in aula, si è parlato ancora di uso dell’auto pubblica comunale per scopi privati. L’ha confermato l’imprenditore Pasin: il sindaco si faceva portare con l’auto blu a Travedona Monate, dove in un minuscolo villino sul lago, erano ospitate due giovani ragazze cubane, conosciute durante in viaggio, e invitate dai due amici a trascorrere un periodo di svago e relax nel Varesotto.
L’avvocato della difesa, Cesare Cicorella, ha eccepito più volte sulla attendibilità dei testi. Pasin ha affermato che Fumagalli, in sua assenza, teneva nel villino a Travedona delle “professioniste”, prostitute, ma si è un po’ contraddetto affermando, a domanda di Cicorella, di averlo appreso dai giornali, che però all’epoca non avevano a disposizione questi particolari piccanti. Pasin e Fumagalli hanno litigato a causa di una compravendita di case: Cicorella ha insistito su questo punto, segnalando l’astio tra i due. Infine, l’avvocato dell’ex sindaco ha chiesto che la posizione del testimone Salvatore Napoli venisse valutata dal tribunale, poiché ritiene che fosse al corrente di commettere dei reati con l’auto di servizio e che non fosse poi così succube del primo cittadino, ma i giudici non hanno accolto la contestazione. La difesa ha chiesto anche una riclassificazione di due capi di imputazione ma il collegio per ora non si è espresso. Il processo va avanti. Il 10 gennaio sarà ascoltato il secondo autista del sindaco, poi si procederà con gli ex assessori.

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Pubblicato il 22 Dicembre 2011
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