Pdl, prima il congresso poi le primarie
Lo annuncia Lara Comi, che vuole ancora allearsi con la Lega. La lotta tra le correnti e i leader in campo
«Non ci sono differenze di linea politica tra noi e quelli di An, è tutta una questione di cadreghe». La sintesi di Raffaele Cattaneo è brutale e, anche se viene pronunciata alla fine di un articolato ragionamento politico, riassume la questione che si è venuta a creare nel Pdl della provincia di Varese, dopo la decisione della corrente di An di scendere in campo al congresso del 4 marzo con un proprio candidato e un proprio listino per il coordinamento provinciale.
Primarie
La notizia non è tanto la presentazione della candidatura di Lara Comi (sostenuta da tutte le correnti ex Forza Italia) quanto la contrapposizione inattesa del gruppo Destra di popolo, guidato da Marco Airaghi. Ma la Comi una novità la rivela: «Dopo il congresso, faremo le primarie nei comuni che andranno al voto. A Tradate un nome è già stato indicato, ma non escludiamo nulla, è lo stesso Alfano che ce lo chiede». E l’alleanza con la Lega è data per persa? «Assolutamente no. Vedremo dopo il congresso» risponde la europarlamentare.
Le correnti
Ma torniamo ala lotta interna. Forse vale la pena riassumere bene come stiano le cose, per capire perché si è arrivati a questa situazione.
Il Pdl, in provincia di Varese, ha 4mila iscritti. Il mito originario del partito è la discesa in campo di Berlusconi nel 1994, la modernizzazione del paese. A Varese il tema si intreccia con la difesa dell’imprenditorialità. In Lombardia è forte il tema cattolico che si incarna in Roberto Formigoni (cielle). Dalla lotta di Berlusconi con i magistrati “rossi” è tornata però in auge una classe dirigente che viene dal vecchio pentapartito, socialisti in testa. A Varese accade che il congresso (il primo del Pdl) deve anche stabilire chi conta di più tra correnti che hanno questi riferimenti nazionali, e dato che il Pdl è il primo partito sul territorio, anche chi comanderà di più nelle giunte comunali.
I leader
I più importanti capi locali sono Raffaele Cattaneo (foto sinistra, leader carismatico) che guida il gruppo cattolico di cielle e ha una sua associazione chiamata “Liberamente politica”. C’è poi Nino Caianiello (foto sotto, lucido, pragmatico e decisionista) che proviene dall’ex Psi e guida i Laici che hanno una loro associazione chiamata “Agorà”. La terza corrente è quella dei berlusconiani puri guidati dal senatore Antonio Tomassini riuniti nell’associazione “La chiave di volta”. Infine c’è An, aggregata alla vecchia Forza Italia, guidata dall’onorevole Marco Airaghi e che ha come numi tutelari Ignazio La Russa e Gianni Alemanno. E’ questa componente che ha rifiutato il congresso unitario, schiacciata dall’accordo che avevano stretto tra loro Caianiello e Cattaneo per spartirsi il comando (Lara Comi a capo considerata superpartes tra le correnti, poi Cattaneo avrebbe preso il vicecoordinatore, con Paolo Aliprandi, assessore di cassano Magnago. Ma ci sarà anche un altro vice, Luca Marsico, un laico)
Cattaneo, Caianiello e Tomassini sono sconcertati di fronte al rifiuto di Airaghi, ma il capo dei ciellini è stato chiaro oggi. «Io ho chiesto un criterio democratico e una chiarezza di linea politica. Il criterio democratico vuole che sul territorio ci sia anche un peso rispetto a quanto si è fatto».
Le strategie
E veniamo ai sofismi. Nel bilancino delle correnti, le due liste contrapposte fanno calcoli diversi per giustificare i propri diritti. Gli ex forzisti dicono che non valgono più le vecchia appartenenze tra ex Fi ed ex An, bensì tra il peso tra le correnti che oggi governo il partito. E dunque, se Lara Comi è il capo, ed è un nome che mette d’accordo tutti, il secondo posto tocca a chi conta di più, ovvero a Cattaneo e Caianiello. Gli altri rispondono invece che le squadre sono ancora quelle di un tempo, e dunque se il capo viene dai berlusconiani, il vicecapo vede arrivare da An. Tutto qua.
Il risultato finale? In ogni caso il parlamentino del Pdl viene eletto con il proporzionale dunque anche i perdenti avranno una rappresentanza. Per le cariche esecutive invece si vedrà
La candidatura di Lara Comi è stata presentata da Giorgio De Wolf (La chiave di volta) Nino Caianiello (Agorà), Raffaele Cattaneo (Liberamente politica), Antonio Chierichetti (i popolari di Giovanardi).
La favorita
E Lara Comi (foto a sinistra)? E’ giovane ma ha grinta. E’ stata definita comunque una scelta di rinnovamento, per la sua età, ma anche per la capacità con la quale sta portando avanti il suo impegno all’europarlamento. Lei è decisa, convinta, esprime stima per Airaghi ma ribadisce che la sua è la vera candidatura unitaria, e vuole lavorare per il bene del suo partito, a cui crede profondamente, fin da quando poco più che ventenne aderì a Forza Italia. Ha entusiasmo e viene portata in palmo di mano dai big riuniti intorno a lei. Il Pdl comunque non eleggerà nel direttivo provinciale né Cattaneo né Caianiello, che si sono detti pronti a favorire un ricambio con forze fresche. Il confronto sarà con listino bloccato, a cui si potrà aggiungere a penna un nome. Il luogo è ancora da stabilire. Il rivale della Comi sarà GiuseppeTaldone, di Luino. Divisioni a parte, un bagno di democrazia, salutare non solo per il Pdl, ma per tutta la politica.
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