Cantieri navali in rivolta contro i canoni troppo alti

Dieci tra campeggi e cantieri sul lago Maggiore hanno fatta causa al consorzio di gestione contro lo spropositato aumento

Il sito internet del consorzio per la gestione associata dei laghi di Varese, Comabbio, Monate e Maggiore è un lungo elenco di cause aperte e ricorsi ai vari livelli della giustizia italiana. I cantieri nautici e i campeggi, soprattutto lungo la sponda lombarda del lago Maggiore, sono in rivolta dall’inizio dell’anno a causa principalmente del rinnovo delle concessioni e dell’innalzamento, spropositato secondo gli imprenditori, dei canoni. La vicenda del cantiere D’Alesio di Angera (nella foto un’immagine della protesta contro lo sgombero) è solo la punta di un iceberg che sotto il livello dell’acqua è pronto a venire fuori. Sono circa una decina su una circa 40, tra campeggi e cantieri nautici, le imprese che hanno aperto un contenzioso con il consorzio dei laghi varesini e tutte hanno come sfondo il mancato rinnovo delle concessioni e lo spropositato aumento dei canoni.

A spiegare la situazione è uno dei soci del cantiere nautico Costantini di Leggiuno:«Non è possibile che ci chiedano di pagare i canoni senza rinnovarci le concessioni – sostengono dal cantiere nautico di Leggiuno – inoltre hanno chiesto canoni quattro volte superiori a quelli che pagano in Piemonte». Dal consorzio il presidente, e sindaco di Laveno, Ercole Ielmini fa sapere che il consorzio è solo ed unicamente chiamato a far rispettare la legge e le ordinanze dei comuni, come nel caso dello sgombero del cantiere D’Alesio, e che, sull’aumento dei canoni è la Regione che deve intervenire. L’assessore regionale alle infrastrutture Raffaele Cattaneo ha già incontrato i cantieri e i campeggi in rivolta congelando la situazione fino all’11 settembre, giorno in cui l’assessore ha chiesto di incontrare nuovamente le parti. Probabilmente la Regione abbasserà i canoni ma non si sa ancora di quanto.

Intanto l’anomalia dei cantieri che non vogliono pagare è tutta varesina, come spiega Ielmini:«Non abbiamo notizie di situazioni simili sul lago di Garda e sul lago di Como – sostiene il sindaco lavenese – eppure le tariffe sono le stessi qui come sugli altri laghi lombardi. Probabilmente da noi gioca il fatto che sulla sponda piemontese i canoni siano molto più bassi». La realtà dei numeri, però, parla chiaro: prima della gestione associata dei comuni che si affacciano sul lago la gestione e la riscossione dei canoni era in mano alla Regione che incassava circa 300 milioni di lire (150 mila euro) mentre a oggi il consorzio raccoglie, per conto della Regione, circa 2 milioni di euro all’anno.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Agosto 2007
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