Il naturalista contro la costruzione di McDonald’s
Sta per essere realizzato il nuovo negozio della catena alimentare, l'ex presidente della commissione paesaggio protesta: "Quell'area umida e incolta era importante"
E’ perfettamente in conformità al vecchio prg e non poteva essere bloccato. E’ la giustificazione che i funzionari dell’urbanistica hanno portato in commissione, nella discussione sulla costruzione di un McDonald’s a Masnago, nell’area accanto allo stadio, quella che i più anziani conoscono come la “Giazéra”. Una sorta di palude acquitrinosa ad erba, dove negli anni sessanta si andava a pattinare. Era una delle poche aree di biodiversità della zona, fanno cheeseburgeres e mandano via i pettorossi” tuona il naturalista Daniele Zanzi, imprenditore del verde ed ex presidente della commissione paesaggio, che in un recente articolo ha demolito su tutta la linea la scelta di consentire la costruzione del McDonald’s. Gli scavi ormai sono in corso. In commissione Pd e Sel avevano votato contro, ma va detto, si trattava solo di un voto consultivo.
«Fanno gli scavi solo su una parte del lotto interessato – spiega il consigliere Andrea Civati (Pd) – noi avremmo preferito che tutto il lotto fosse sistemato, così anche la città ne avrebbe avuto un vantaggio. Abbiamo votato contro in quanto mancavano garanzie precise sul rispetto del verde e del laghetto».
Il comune è d’accordo sulla realizzazione. Due settimana fa il sindaco Fontana ha incontrato una delegazione della McDonald’s e degli imprenditori che lo gestiscono in franchising a Varese: tutto procede secondo i piani. L’area era già stata tirata in ballo nel 2008, quando i proprietari del prato, l’impresa Caravati, avevano proposto la costruzione di un albergo per la manifestazione ciclistica. Il commissario nazionale alla protezione civile e grandi eventi Guido Bertolaso lo bocciò e l’attuale assessore al commercio Sergio Ghiringhelli (Lega Nord) disse in commissione che il palazzo gli ricordava i casermoni della Germania Est.
La zona dove sta sorgendo il McDonald’s, secondo Daniele Zanzi, peggiorerà la qualità della vita nella città: l’esperto parla di cecità urbanistica poiché questi prati incolti non sarebbero solo delle zone “senz’anima” da edificare, bensì luoghi di vera biodiversità: «Il prato incolto che andrà a scomparire – scrive ancora Zanzi sulla rivista Living – era l’ultima testimonianza di un’antica area paesaggistica, ricordo di zone umide tra loro connesse e interdipendenti: la palude della Boscaccia di Avigno, il laghetto nell’area retrostante il poligono di tiro, l’area umida di via Pista Vecchia, e l’area umida dietro “la Baita”». Insomma, un pezzo di quella “Giazéra” che scompare, e che tra qualche giorno sarà una grande grigliata di panini e patatine fritte.
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