Uomo ucciso al camping, non si trovano i parenti
Non si trovano i parenti, funerale e sepoltura a rischio. Resta in carcere l’omicida: “Domenica volevamo attirate l’attenzione dei media, ma lo sparo è stato una fatalità”
Rimane in carcere Maurizio Ammendola, l’uomo che ha ucciso l’amico Marino Bonetti (foto) domenica sera al camping Sette Laghi di Azzate. L’autopsia sul corpo ha rivelato che il proiettile lo ha colpito al centro della fronte e che l’omicida era in piedi di fronte a lui. Una circostanza che contraddice le prime dichiarazioni dell’uomo, il qualche aveva affermato di esser seduto di fronte al suo amico. Dalle indiscrezioni emerge che non vi è stata colluttazione. Ammendola è stato interrogato oggi dal gip Giuseppe Battarino e ha parzialmente rettificato la sua versione, sostenendo di essere stato in piedi al momento dello sparo: ha tuttavia sostanzialmente ribadito di aver sparato per errore. L’uomo, difeso dall’avvocato Maria Cristina Filiciotto, ha affermato che anche altre volte aveva mostrato ai vicini di casa l’arma, ma sempre senza caricatore.
CHI PAGHERA’ I FUNERALI?
Ma oltre al delitto emerge una nuova triste storia di solitudine a margine della vicenda.
Nessuno ha reclamato il corpo di Bonetti. La ex moglie, una donna ucraina, non è stata rintracciata, e non vi sono parenti che si siano fatti avanti. Il corpo dell’uomo rischia di finire in una fossa comune anonima, a meno che il comune di Azzate non decida di pagare il funerale e destinare almeno un loculo allo sfortunato campeggiatore. Una circostanza che sottolinea ancora di più la storia di solitudine che circonda questa delitto, dove, sia la vittima che il carnefice, erano inquilini del campeggio Sette Laghi, ma soprattutto persone segnate da problemi personali forti. Nell’ordinanza del gip Battarino inoltre si sottolinea come nella giornata di domenica la tensione sia molto salita e, come già scritto nei giorni scorsi, vi sia stato un confronto tra chi voleva la linea dura e chi propendeva per la linea morbida; per un’azione dimostrativa che attirasse anche l’attenzione dei media. Ammendola ha sostenuto che cinque persone si erano fatte avanti per compiere un gesto eclatante, l’uomo ha detto che l’obiettivo era quello di attirare l’attenzione delle televisioni e della stampa locale sulla vicenda (tra cui Varesenews) e in questo modo ottenere una copertura mediatica più favorevole alla loro causa.
L’ULTIMATUM
Il comune di Azzate fa sapere che da giovedì è possibile ritirare i moduli per i residenti. Il giudice deciderà caso per caso se sussitano i presupposti per allungare il periodo di permanenza, che tuttavia sarà finalizzato a un cronoprogramma per ripristinare le piazzole a norma di legge. Maggiori particolari saranno forniti nei prossimi gironi. Il 30 giugno non ci sarà uno sgombero coatto, ma nemmeno una vera e propria proroga.
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