Otto denunciati per la truffa al don
Cinquecento euro per un abbonamento mai esistito: il parroco ne parla col maresciallo durante la processione e il raggiro è sgominato
“Non ha pagato l’abbonamento”. Una volta, due , tre…Una serie di chiamate estenuanti che alla fine ti obbligano a saldare il “debito” che in realtà non è mai esistito. E’ quanto avvenuto ad un parroco in un paese della Valcuvia che è caduto nella rete dei truffatori.
Un fatto che non è andato giù al religioso il quale ne ha fatto menzione proprio con uno dei rappresentanti del potere temporale: il maresciallo dei carabinieri. E lo ha fatto in un momento dove spesso queste due figure camminano di pari passo: la processione del paese.
“Maresciallo, permette due parole, le racconto cosa mi è è successo…”.
E così, la divisa si mette in moto e sgomina una banda di ben otto persone attive nel Nord Italia.
Tutto ha inizio con quelle telefonate continue che lamentavano del mancato pagamento dell’abbonamento ad alcune riviste mai ricevute; telefonate così insistenti da minacciare addirittura di adire alle vie legali qualora il debito non fosse stato saldato. Alla fine il pagamento: 500 euro per disdire abbonamenti a riviste mai viste. Ma il parroco aveva deciso di andare a fondo della questione. I carabinieri, attivandosi subito, riescono a risalire ai primi due autori della truffa, perpetrata con la collaborazione di un più ampio numero di persone che stavano dietro alla fitta rete del raggiro.
Le tempestive indagini, coordinate dal sostituto procuratore della repubblica, Annalisa Palomba, hanno permesso di acquisire, anche attraverso l’esecuzione
di perquisizioni, ulteriori ed importanti indizi grazie ai quali la benemerita ha chiuso il cerchio su una banda, identificando altre sei persone e portando il totale delle persone denunciate a otto: tre donne e cinque uomini, residenti nelle province di Milano, Monza e Vicenza.
Queste, con le telefonate, riuscivano a convincere la vittima di aver sottoscritto un abbonamento e, quindi, della necessità che pagasse indebitamente abbonamenti mai sottoscritti.
I carabinieri e la procura varesina fanno sapere che per ottenere i pagamenti i truffatori inviavano della posta alla vittima, avvalendosi dei servizi di corriere presenti sul mercato.
Così invitano chiunque si riconosca in questa vicenda a sporgere denuncia come ha fatto il parroco raggirato.
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