Parti civili spaccate: “Campagna mediatica ci allontana dalla verità”

L'avvocato dei genitori di Beppe Uva condanna la scelta di puntare sul clamore dei media e chiede che si accertino i fatti nel processo

L’avvocato Fabio Matera, legale della seconda parte civile al processo Uva, ha attaccato duramente la strategia dei colleghi che rappresentano Lucia Uva. La famiglia è spaccata. Matera difende i genitori di Beppe e il fratello, Nicola, familiari che sono in contrasto con la tesi di Lucia Uva e delle altre sorelle. Sotto accusa è la condotte processuale voluta dall’avvocato Fabio Anselmo, legale di Lucia Uva, da cui Matera ha prese le distanze soprattutto per un disagio rispetto alla forte componente mediatica. Una sovraesposizione che i clienti di Matera non hanno mia gradito.
L’avvocato ha preso a pretesto la telefonata di un suo amico personale che era venuto a conoscenza del caso Uva come quello dell’uomo picchiato in caserma: «Sei male informato non c’è nessuna prova che sia stato picchiato in caserma» è stata la sua risposta. E ha stigmatizzato anche i sospetti di violenza sessuale: «I genitori e il fratello frequentavano Giuseppe e proprio per questo sapevano benissimo che soffriva di un grave problema di emorroidi». Matera ha definito le ricostruzioni fin qui fatte da una certa campagna mediatica come «strumentali, morbose e fantasiose». Ha detto di aderire, per larga parte, alla tesi della pubblica accusa che identifica nei medici dell’ospedale di Varese i responsabili della morte del loro congiunto. Certo, anche i genitori e il fratello si chiedono perché Giuseppe sia stato portato in caserma e si aspettano, dal secondo «fascicolo fantasma» che si accerti la verità su quelle tre ore con i rappresentanti dello stato che dovevano comunque tutelarlo, così come vuole che si accertino fino in fondo le «poco amorevoli cure» ricevuto in ospedale.
«E’ ora che si faccia piazza pulita di tutti i dubbi e che si possa discutere, nel contraddittorio delle parti, anche del contenuto di quel fascicolo».
E ha aggiunto: «Nessuno mi toglierà la convinzione che la continua serrata polemica con la Procura ed il conseguente comprensivo, anzi logico irrigidimento di quest’ultima, abbia finito per allontanare tutti da quella verità che si voleva ricercare o quanto meno abbia finito per allontanare tutti da qualsiasi ipotesi verità condivisa e condivisibile».
Matera ha presentato richiesta di risarcimento lasciando al giudice la decisione sulla base delle tabelle milanesi.

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Pubblicato il 26 Marzo 2012
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