Radio Monte Carlo risponde a Rmf: “Nessun furto sulle frequenze”
La radio che ha vinto la causa contro l'emittente cattolica replica alle accuse di don Gianni Terruzzi che aveva criticato con durezza la decisione dei giudici di depotenziare la portata dell'impianto: "Ostinata chiusura ad una soluzione bonaria"
Egregio direttore,
Leggiamo su Varesenews l’articolo "Radio Missione Francescana perde la battaglia legale per la frequenza" a Lei attribuibile in quanto senza firma, contenente una lunga serie di inesattezze – se non addirittura di falsità – che esigono una nostra presa di posizione.
Nel merito, secondo la prospettazione del sig. Gianni Terruzzi, Radio Monte Carlo, attraverso due sentenze concordanti (rese prima dal Tribunale e poi dalla Corte di Appello di Milano) avrebbe conseguito "un furto legalizzato, consumato con le solite mani pulite" a danno della Radio Missione Francescana, che si sarebbe concretato nella riduzione della portata dell’impianto 105.3 MHz da Campo dei Fiori; circostanza che avrebbe contribuito a ridurre di "circa l’80% il servizio comunicativo sul territorio".
Al di là della gravità delle affermazioni del sig. Terruzzi (che saranno approfondite in altra sede), quel che qui preme evidenziaere è che, in ben due greadi di giudizio civile conseguente ad un contenzioso avviato 20 anni fa, Radio Missione Francescana è risultata responsabile della produzione di illecite interferenze a carico di Radio Monte Carlo sulla città di e sulla provincia di Milano. Territorio, quest’ultimo, dove Radio Missione Francescana non può rivendicare servizio, non essendo stato censito relativamente all’impianto 105.3 MHz di Campo dei Fiori. I giudici di primo e secondo grado, riconoscendo tale fatto, hanno pertanto inibito il servizio sul bacino milanese a Radio Missione Francescana.
Gli ordini impartiti dalla magistratura non sono però stati sufficienti a disincentivare l’emittente dal perseguire il proprio comportamento antigiuridico, tanto che Radio Monte Carlo, per conseguire l’adempimento delle sentenze, ha dovuto adire il Giudice dell’esecuzione del Tribunale di Varese che , dopo una ulteriore procedura lunga, ha disposto la riduzione della portata dell’impianto 105.300 MHz fino ad un livello compatibile con l’eliminazione delle interferenze.
La circostanza che il "servizio comunicativo sul territorio" di Radio Missione Francescana si sia ridotto dell’80% (ammesso e non concesso che siò sia vero, posta la presenza delle numerose altre frequenze di cui Radio Missione Francescana è titolare, per sua stessa dichiarazione) è esclusivamente conseguenza dell’ostinata chiusura del sig. Terruzzi nella ricerca di una soluzione bonaria che non compromettesse i diritti d’uso di RMC sulla frequenza 105.3 MHz.
Il malcelato spirito vittimistico del sig. Terruzzi che si dice ingiustamente perseguitato, mal si concilia con la verità dei fatti e le condotte acclarate da due tribunali in sentenze pronunciate "nel nome del popolo italiano". Anche se oggi va di moda dimostrarsi vittime della magistratura, la ribellione a provvedimenti giurisdizionali rimane un fatto certamente biasimevole; specie se le manifestazioni di disubbidienza vengono dal pulpito di un ente radiofonico morale che dovrebbe diffondere manifestazioni di pacifismo sociale e dal quale ci si dovrebbe aspettare un comportamento più etico e corretto, invece di fungere da cattivo esempio per gli ascoltatori che seguono le oratorie del sig. Terruzzi.
Gli atti testimoniano come, nel corso della lunga vertenza giudiziaria, Radio Missione Francescana non si sia mai aperta al dialogo – in coerenza col carattere moraledell’Ente – e ogni proposta conciliativa di RMC è sempre stata sdegnosamente respinta od ostacolata da ingiustificate pretese e spropositate rivendicazioni; tanto che Radio MOnte Carlo ha tratto il convincimento che lo scontro fosse voluto o quasi provocato.
Più a fondo, come risulta dagli atti giudiziari, Radio MOnte Carlo aveva in più occasioni proposto a Radio Missione Francescana frequenze alternative su cui operare, con portata equivalente, se non addirittura superiori a quella contestata. Il sig. Terruzzi, tuttavia, si è sempre pervicacemente opposto ad una composizione bonaria della vicenda, preferendo giungere alle estreme conseguenze, di cui ora si duole. A base dell’attuale condizione di Radio Missione Francescana non vi è quindi nessun "furto legalizzato" consumato attraverso improbabili "mani pulite", ma il semplice risultato (giudiziario) delle incomprensibili determinazioni assunte dalla stessa emittente.
Cordiali Saluti
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