Yacht, BMW e cavalli da corsa nelle truffe del “Dottor Colombo”
I finanzieri hanno accertato un giro d’affari illecito per oltre 2.500.000 euro. Sequestrate 28 autovetture di lusso e di uno yacht del valore di circa 350.000 euro
La Guardia di finanza ha diffuso i dettagli dell’operazione che ha permesso di smascherare una banda di trafficanti d’auto di lusso che aveva messo in atto una truffa, ribattezzata poi "del dottor Colombo", dal finto nome utilizzato per concludere gli affari. Sono 7 in tutto le persone arrestate e 60 quelle denunciate. I finanzieri hanno accertato un giro d’affari illecito per oltre 2.500.000 euro, disposto inoltre il sequestro di 28 autovetture di lusso e di uno yacht del valore di circa 350.000 euro. I reati contestati vanno dalla associazione a delinquere, truffa aggravata, frode fiscale, sostituzione di persona, falso, contraffazione di pubblici sigilli.
I componenti della banda si appoggiavano a persone indigenti che, attraverso documenti falsi, si spacciavano per professionisti o imprenditori. Grazie al supporto di intermediari a queste persone facevano acquistare delle auto di lusso in leasing che poi rivendevano all’estero.
È accaduto così che un’ex addetta della pulizie è diventata dentista e ha acquistato due BMW X6, una bianca e una nera; una coppia di disoccupati, si sono dichiarati imprenditore orafo e titolare di azienda di catering, con 3 BMW X6 all’attivo. Altri due disoccupati sono diventati imprenditori nel settore della manutenzione e cura dei parchi, e hanno tentato l’acquisto di un cavallo di corsa. Con loro molti altri. L’organizzazione si preoccupava anche dell’apparenza: i prestanome vestivano perciò in giacca e cravatta per risultare ancora più credibili.
L’indagine è stata avviata dalla Guardia di Finanza a seguito dell’individuazione di alcune società operanti nella zona del Luinese. Queste ultime avevano emesso fatture false con in comune lo stesso soggetto, un ragioniere. I militari hanno perciò approfondito gli accertamenti e, con il coordinamento della Procura, sono riusciti a risalire ai numerosi contratti di leasing di autovetture di soggetti terzi. L’approfondimento ulteriore delle indagini, in collaborazione con la Polizia Stradale, ha permesso di individuare l’intera organizzazione criminale. I prestanome erano pagati per la loro opera qualche centinaia di euro. Le auto acquistate venivano portate in Svizzera, reimmatricolate e rivendute, le rate si interrompevano e, in alcuni casi, veniva anche presentata la falsa denuncia del furto dell’autoveicolo.
Leggi anche – Auto di lusso trafugate con la truffa del "Dottor Colombo"
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