Super stipendi, in otto a giudizio, il Comune parte civile

Il 23 marzo i dieci accusati, fra cui l'ex sindaco Gianfranco Tosi e sei degli assessori della sua Giunta, comprariranno di fronte al giudice: per otto vi sarà il rito abbreviato

Il Comune si costituisce parte civile contro l’ex sindaco Tosi e altre sette persone, fra cui cinque dei suoi assessori, tutti rinviati a giudizio con rito abbreviato: accade a Busto in relazione alla vicenda degli emolumenti premio ai dipendenti comunali, che nel 2005 aveva messo a soqquadro Palazzo Gilardoni. I fatti: fra il 2000 e il 2002 la Giunta di Gianfranco Tosi elargiva a circa una cinquantina di dipendenti dei bonus sullo stipendio sullo tramite apposite delibere, già tutte prescritte essendo passati più di cinque anni, tranne l’ultima, risalente all’aprile 2002. Gli emolumenti intendevano premiare il lavoro di quanti, assoggettandosi di frequenti a turni straordinari, avevano dato un contributo particolarmente rilevante alla macchina amminsitrativa.

In seguito, nell’estate 2005 la cosa era balzata all’attenzione della Corte dei Conti, della magistratura e della Guardia di Finanza, che nei mesi succesivi aveva provveduto ad acquisire la documentazione relativa (le ispezioni si erano protratte per una settimana). Oggi, martedì 23 gennaio, davanti al gup Donatella Banci sono sfilati per l’udienza preliminare in dieci, ossia l’ex sindaco Gianfranco Tosi, sei dei suoi assessori e tre dirigenti comunali.

Il gup ha disposto otto rinvii a giudizio con rito abbreviato (per Gianfranco Tosi, Fausto Albé, Luciana Ruffinelli, Marco Fontana, Claudio Grillo e i tre dirigenti); per altri due (Aldo Stefanazzi e Mario Rossini), i cui legali non hanno chiesto il rito abbreviato, si dovrà ancora discutere l’eventualità del rinvio a giudizio. Per tutti l’ipotesi di reato formulata rimane quella di abuso d’ufficio, e il 23 marzo torneranno davanti al giudice. Il Comune di Busto Arsizio, per parte sua, ha visto accogliere la sua richiesta di costituirsi parte civile: il gup Banci ha infatti respinto un’eccezione delle difese secondo cui, mancando l’allegato con la delibera di Giunta che dava mandato all’amministrazione di farsi parte civile, la costituzione stessa non sarebbe stata valida. A rappresentare il Comune nella causa è l’avvocato Nico Parise, mentre gli accusati sono difesi dagli avvocati Attilio Fontana, Cesare Cicorella, Vittorio Celiento, Giorgio Albé.

«Il Comune si è costituito parte civile per essere rifuso del danno d’immagine subito di fronte ai cittadini, ma anche e soprattutto delle perdite, valutabili sui 100.000 euro, dovute al tempo lavorativo dedicato, anzichè all’amministrazione della città, alle ispezioni, che hanno portato via una settimana di lavoro, e poi a tutte le disfunzioni organizzative conseguenti agli atti sotto esame»: così l’avvocato Parise spiega la posizione del Comune. Archiviata da tempo la posizione dell’ex sindaco Rosa, estraneo ai fatti, si è avuto un piccolo "giallo" invece sulla notifica della costituzione di parte civile del Comune, che secondo alcuni legali sarebbe giunta come una sorpresa agli accusati. «Farsi parte civile era un atto dovuto» spiega l’assessore agli affari legali Crespi; «lo abbiamo stablito tramite delibera di Giunta, datata 11 dicembre 2006, e l’elenco delle delibere è pubblico. Dal punto di vista personale spero che tutti siano prosciolti, ma l’amministrazione vuole chiarezza».

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Pubblicato il 23 Gennaio 2007
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