Traffico di rifiuti, imprenditore condannato a sei anni

Sentenza del tribunale di Milano ai danni di Salvatore Accarino, il proprietario della Lombarda servizi di Olgiate Olona

E’ stato condannato a 6 anni e 6 mesi con l’accusa di traffico illecito di rifiuti pericolosi Salvatore Accarino, proprietario della Lombarda servizi, società di smaltimento rifiuti che aveva sede ad Olgiate Olona e che è stata più volte al centro di polemiche prima per due incendi che si svilupparono nel 2002 e poi per l’operazione Eldorado del 2003 che svelò il traffico di rifiuti dal sud al nord Italia. Suo fratello Mario, invece, è stato condannato a 3 anni di reclusione. A comminare la condanna, su richiesta del pm Fabio Napoleone, è stato il giudice Nicoletta Gandus (nota per essere stata ricusata da Berlusconi nel processo Mills) che ha valutato anche la pericolosità di alcuni rifiuti.

L’accusa mossa dal pubblico ministero riguarda un traffico di rifiuti che si svolgeva tra la Campania, la Lombardia, l’emilia romagna e la Puglia, destinazione finale delle balle di immondizia. Il sistema messo in piedi prevedeva complessi viaggi di carichi di rifiuti urbani di ogni tipo che dalla Campania dell’eterna emergenza "monnezza" risalivano in Emilia, e da qui fino alla Lombarda dove sarebbero stati "miscelati" con terre di spazzatura delle strade milanesi e altri materiali per passare poi come rifiuti industriali non pericolosi. A questo punto finivano smaltiti in Puglia, presso una discarica di Grottaglie, nel Tarantino. Complice del traffico un’azienda emiliana che "girava" alla Lombarda i rifiuti in arrivo da un discarica del Salernitano. All’epoca dell’"operazione Eldorado" (dicembre 2003) finirono in manette fra gli altri anche i fratelli Salvatore e Mario Accarino, proprietari dell’azienda oggi condannati.

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L’avvocato Giuseppe Fiorella ha giudicato la pena eccessivamente severa in quanto «è stato dimostrato – ha detto il legale degli Accarino – che i rifiuti stoccati non erano pericolosi. Per questo motivo ricorreremo in appello. La posizione dei miei assistiti dovrebbe essere alleggerita». Intanto in via San Francesco le balle di immondizia sono ancora stoccate nei capannoni (foto in alto) in attesa che la proprietà attivi le operazioni di bonifica. Il dissequestro della struttura, infatti, è subordinato alla rimessa in sesto del sito anche se i proprietari hanno già messo in vendita l’area.

 

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Pubblicato il 17 Luglio 2008
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