Rifiuti e Accam, torna vivo il dibattito

Il "modello Vedelago" rimette in moto la discussione sul futuro di Accam in un momento chiave. Il PD on vuol restare a guardare e chiede di riunire urgentemente il "tavolo Accam" e conoscere nel dettaglio le potenzialità e l'applicabilità dell'esempio veneto

Una proposta che ha sparigliato le carte in tavola. È il minimo che si possa dire di quanto portato a conoscenza dei cittadini venerdì scorso da buona parte dell’opposizione in consiglio comunale, che ha illustrato in conferenza stampa il "modello Vedelago" per la gestione dei rifiuti. Un modello più ecologico e, soprattutto, meno costoso (sette volte meno costoso, almeno in teoria) del famoso revamping su cui da mesi si sta scervellando la maggioranza a Busto Arsizio, cui, come un filo, è appeso il futuro dell’inceneritore Accam. Un modello che produrrebbe meno inquinamento e più lavoro, secondo quanto osservano i promotori. E che oltretutto viene da un Comune a guida leghista, della Lega dura del Trevigiano, quella delle sparate alla Gentilini per intenderci.

Alla proposta avanzata da Rifondazione, Busto Civitas-Busto dei Quartieri, La Voce della Città, dalla consigliera Marta Tosi del gruppo misto in rappresentanza di Alterlist, che dal Meetup Amici di Beppe Grillo e ovviamente dal Comitato ecologico di Borsano, risponde oggi il Partito Democratico, "non invitato" alla presentazione, chiedendo ufficialmente la convocazione urgente del "tavolo Accam" prima che si porti in consiglio comunale, il prossimo 9 giugno, la delibera relativa al "modello Vedelago". È la consigliera comunale Mariella Pecchini a chiederlo ufficialmente all’assessore all’ambiente e qualità della vita Alberto Armiraglio, per, scrive, "approfondire il tema e conoscere il parere della maggioranza di centro-destra su quel sistema di riciclo". Il problema è quello di sempre: sapere di che morte devono morire i rifiuti prodotti da Busto Arsizio e dagli altri 26 Comuni del bacino dell’inceneritore Accam. La proposta avanzata dalle opposizioni "minori" è però davvero interessante: discuterne è necessario. Sempre in qualità di mossa "preventiva", o per non farsi scavalcare, diciamo, il PD propone anche una mozione di indirizzo da discutere in commissione. Nel testo ricorda che Vedelago, "dove la raccolta rifiuti è effettuabile senza utilizzo dell’inceneritore", è una cittadina di circa 15.000 abitanti e che il bacino di riferimento della sua struttura, le province di Treviso, Belluno e altri Comuni ancora, è di circa 1 milione e 150.000 abitanti, ben più quindi non solo di Accam, ma dell’intera Provincia di Varese. Il PD vuole approfondire e conoscere in dettaglio: è necessario sapere: "la quantità di rifiuti smaltiti, quanti metri quadri occupa l’area dell’impianto, quanti automezzi circolano per servire l’impianto e quali sono e dove vanno i rifiuti non smaltiti". Non è poi chiaro, scrive il gruppo consiliare, "se e come avviene il trattamento dell’umido e dei rifiuti speciali". A Busto il primo deve essere spedito a grande distanza, con costi notevoli, fra i secondi quelli ospedalieri finiscono dritti nell’inceneritore.

Considerando "l’assordante silenzio della maggioranza che, dopo il Consiglio Comunale del 26 febbraio 2009, in cui non ha avuto i numeri per far passare la propria delibera (ed è iniziato lo psicodramma fra sindaco e Lega, ndr), non ha riferito più nulla in sede istituzionale", il PD invita Farioli e la sua giunta "ad attivarsi al fine di far conoscere ai consiglieri comunali e ai cittadini di Busto limiti e potenzialità, fattibilità e ricadute ambientali delle proposte in campo, prima di assumere qualsiasi decisione". Quanto alla lettura da dare alla richiesta, è prematura. Anche se è fin troppo noto che non corre buon sangue tra i due tronconi dell’opposizione – acerrima è da sempre l’ostilità reciproca tra Corrado e il PD, esponenti di due modi di fare politica in collisione diretta nonostante, o forse a causa di, obiettivi spesso affini – è un fatto che il "modello Vedelago" ha fatto breccia e rianimato una discussione fin qui limitata alle segrete stanze della maggioranza. Dopo le intemperanze leghiste culminate nella sceneggiata delle dimissioni e "rimissioni" del sindaco, la discussione è passata sottotraccia. In ballo ci sono i 35 milioni di euro di costi del revamping di Accam, intervento tecnicamente indispensabile, allo stato attuale, se si vuole proseguire nel progetto industriale stabilito. Il Comune di Busto Arsizio si è impegnato a modificare la convenzione con Accam entro il 10 luglio per rendere economicamente sostenibile il progetto: il "modello vedelago" potrebbe offire un appetibile uovo di Colombo per uscire dall’impasse. In caso contrario, sarebbe politicamente imbarazzante, anche per questo centrodestra "blindato", spiegare ai cittadini il perchè di costi sette volte superiori e degli inevitabili aumenti correlati della tassa rifiuti. Borsano, non è Vedelago ma potrebbe diventarlo, un giorno, chissà.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 25 Maggio 2009
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.