Interramento Fnm, “Uno show elettorale a danno dei pendolari”

Il vicesegretario regionale del PD Alessandro Alfieri e l'ex sindaco Livio Frigoli all'attacco sulla nuova stazione, i ritardi e il rispetto degli accordi sottoscritti nel 2000-2001

La nuova stazione di Castellanza, o quel che ce n’è per ora, è sempre al centro di un rovente dibattito, fra lamentele dei pendolari e lotte politiche. A ricordare questo e altri elementi critici era sul posto, stamane, il vicesegretario regionale del Partito democratico, Alessandro Alfieri (a destra nella foto), che con l’ex sindaco di Castellanza Livio Frigoli (a sinistra) ha messo in luce le storture nella "corsa all’inaugurazione" per l’interramento Fnm.
«È stato uno show elettorale a danno dei pendolari» sintetizza Alfieri. «Formigoni e la Regione si sono presi i meriti di opere avviate con soldi stanziati da governi di centrosinistra e nati grazie all’impegno dell’amministrazione comunale guidata da Frigoli. Poi chi si fa bello con scelte altrui fa dimenticare i ritardi e le "bellezze" di questa stazione. Incredibile davvero che si sia fatta l’inaugurazione del solo tunnel per poi correre a Malpensa, stendendo un velo pietoso su Castellanza». Anzi su Busto Arsizio, dove ci troviamo per una questione di metri. «Alla politica si deve chiedere serietà» è la posizione di Alfieri, «questo vezzo delle inaugurazioni come spot elettorale deve cambiare. Si inaugurino le opere solo quando sono corredate dei servizi necessari». Ma si sa che alla politica gli unici servizi che interessano… sono quelli dei telegiornali. A chi non è qui la mattina al freddo, arriva solo quello.

Livio Frigoli, «mortificato dall’invidia e dall’arroganza» di chi non lo ha nè invitato nè ricordato, ha i suoi bravi sassolini da togliersi dalle scarpe, grossi come quelli che si trovano sulle massicciate ferroviarie. «A quest’opera ho dedicato alcuni anni della mia vita» ricorda agli smemorati. «Vorrei cogliere l’occasione qui per ringraziare pubblicamente anche l’allora presidente della provincia (della Lega Nord ndr) Massimo Ferrario: se non fosse stato per me e per lui, l’interramento non si sarebbe mai fatto». Fin qui le rivendicazioni di principio: poi parte l’elenco delle promesse disattese o in ritardo, carte alla mano. Il protocollo d’intesa del 2000 e la bozza dell’accordo di programma definitivo del 2001, fondamento di tutta l’opera, incluso il nodo ferroviario di Busto Arsizio.
I tempi non sono stati quelli attesi allora. Nella bozza del programma di attuazione delle opere (inizio 2001) si legge dell’obiettivo di completare l’intervento in 48 mesi, ossia quattro anni: alla fine ce ne sono voluti cinque in più. Vi si legge che i risparmi da ribasso d’appalto avrebbero dovuto essere investiti in un sistema di trasporto definitivo ("tipo tram/treno"), che le Nord si impegnavano a realizzare fra la vecchia e la nuova stazione di Castellanza Fnm e da qui alla stazione di Busto FS, tramite il raccordo Z – i cui lavori in corso, fra un treno e l’altro, facevano da sottofondo sonoro alle parole di Frigoli. C’è poi la questione del sedime ferroviario di superficie: il Ministero dei Trasporti dava disponibilità alla cessione di una parte (imprecisata) del terreno. Fra gli impegni della Regione vi erano quello di trovare soluzioni viabilistiche coordinandosi con Provincia e Comuni interessati; nonchè di assicurare "un congruo numero di fermate" a Busto Arsizio del Malpensa Express. Numero evidentemente valutato per eccesso in passato, se è vero che alla città ne sono appena state sottratte diciotto, di fermate. E quanto ai tempi di percorrenza da record, si veda cosa ne dice un pendolare bustocco.
C’è poi la pagina francamente incomprensibile di una stazione nata per essere di interscambio ma che non lo è, e con i chiari di luna attuali rischia di non diventarlo mai pur trovandosi fisicamente a venti metri dalla linea Rho-Gallarate delle FS. Gli studi di fattibilità per l’interscambio erano a carico delle ferrovie dello Stato. «La grande stazione non c’è e non ci sarà: non ci sono i soldi». E quanto alle famose "soluzioni viabilistiche", a pochi metri c’è un sottopasso quasi completato che quando partiranno i lavori per il raccordo Y (quello sul lato sud-ovest dello snodo, per il collegamento Milano Centrale-Malpensa) non servirà più a niente – «uno spreco di risorse» commenta Frigoli. E Alfieri rincara: «anche il raccordo Y non è finanziato. Il CIPE ha deciso di concentrare i fondi disponibili sulle metropolitane milanesi».

In conclusione, «di questi accordi» fa Frigoli sventolandoli, «qualcuno si è dimenticato, al Pirellone come a Castellanza. Nel PGT depositato si sono dimenticati del terzo binario… e della stazione. Evidentemente si occupavano d’altro, e di questa stazione si sono interessati solo di recente – per fare da zerbino alla campagna elettorale di Formigoni e soci. Avevano solo da far rispettae glia ccordi a suo tempo sottoscritti: ora invece nemmeno la fermata a Nizzolina è più una priorità. Spero che nei prossimi mesi la Giunta lavori di più e meglio».

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Pubblicato il 03 Febbraio 2010
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