Telecamere e sicurezza, rissa verbale in commissione

Finisce su toni esasperati l'esame di una mozione di Porfidio, "preso in contropiede" dall'assessore Fazio: "Non bastano? Consigliere, aspettiamo ancora le venti telecamere che ha promesso pubblicamente..."

Duro scontro in commissione bilancio e affari generali tra Audio Porfidio (La Voce della Città) e  l’assessore alla sicurezza Walter Fazio. Un battibecco sulle telecamere per la sicurezza urbana degenerato nel finale in una rissa verbale con il consigliere, sempre di temperamento assai caldo, molto irritato per essere stato ripagato dall’assessore con la sua moneta: quella dell’ironia.
Com’è che quaranta telecamere non bastano a vigilare la città, non solo, ma sono dislocate eorientate male? Questa la domanda contenuta in una mozione di Porfidio, che già in passato denunciava come delle telecamere, molte non fossero nemmeno in funzione. «Ne succedono di tutte» rincarava il consigliere, sempre critico sull’ordine pubblico in città, «da assicuratore ne vengo a sapere di ogni, e il 90% dei fatti non va nemmeno sui giornali. Scassi, rapine, fino in pieno centro: e la telecamera dove guarda? Verso il campanile… o verso casa mia, perchè no. Dislochiamole invece davanti al tribunale, ai carabinieri, alla Finanza, alle scuole, nelle periferie. E mettiamone di più, nei limiti di quanto consente il bilancio. Altrimenti devo pensare che siano lì solo per far cassa con le multe».
Argomentazione che l’assessore non poteva accettare. «Le telecamere di sorveglianza non possono essere usate per rilevare infrazioni; inoltre la dislocazione è stata decisa non in autonomia dalla Polizia Locale, ma d’intesa con le forze dell’ordine, come da disposizioni e circolari ministeriali» replicava rigido l’ex questore. «Dal ministero si raccomandava di non far proliferare i sistemi di videosorveglianza oltre l’effettiva capacità di controllo umano; la Prefettura intende fare una ricognizione su quelli esistenti, e di recente ha chiesto ai Comuni di segnalare ogni nuova installazione per sottoppore la questione al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza». Per parte sua, Palazzo Gilardoni intende rivedere e aggiornare la rete, concedendo che le attuali 44 telecamere non bastano. E qui Fazio sfoderava il fioretto, levandosi molti e grossi sassi dalle scarpe: «Consigliere Porfidio, stiamo ancora aspettando le venti telecamere che ha pubblicamente promesso, e sono certo che saranno speciali e sempre efficienti, non come le nostre!»
Dopo qualche riflessione tra i consiglieri presenti su questioni di privacy, di necessità o meno della telecamere (Pellegatta, PdL, ricordava il fattaccio di Roma reso nota tramite il filmato di una videocamera), si assisteva a scene poco gradevoli su cui si chiudeva il punto: intemperanze di Porfidio  irritato con l’assessore, l’intervento veemente in difesa di questi di Cislaghi (gruppo misto), la minaccia di Fazio di andarsene seduta stante visti i toni non civili, il presidente della commissione Ruggiero costretto a cercare di riportare l’ordine sgolandosi. Non un bello spettacolo, anticipo del resto dell’analogo finale, con protagonisti differenti, del punto seguente all’ordine del giorno.

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Pubblicato il 14 Ottobre 2010
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