Referendum, l’ex sindaco Rossi contro il “lassismo” dell’amministrazione

Intervengono anche i professionisti direttamente coinvolti nel progetto. Gilberto Squizzato sfodera la questione morale parlando di conflitto d'interessi fra edilizia e politica

Il dibattito ieri sera al Museo del Tessile è stato vivace e tutt’altro che a senso unico: non sono mancati infatti gli interventi di chi è a favore del progetto o vi è impegnato in prima persona: l’argomento era tecnico e a vedersela erano i professionisti, ma le scelte sono tutte politiche. Non citeremo per ragioni di spazio tutti gli interventi, limitandoci ai più significativi. Maurizio Toscano sottolineava che si vive nella civiltà dell’auto, piaccia o no, e che le città con l’aria più pulita nella classifica di Legambiente, Bergamo in testa, pullulano di autosili fino in centro (forse, va aggiunto, hanno anche trasporti pubblici decenti ndr). Antonio Locati si è presentato autodefinendosi con ironia «il "criminale" che ha progettato l’autosilo» e contestando la mancanza di un dibattito nel merito del progetto; e un altro professionista del settore ha contestato con vigore la nozione che Busto sia città "facile" per chi vuole costruire: «non è vero che qui si fa quello che si vuole». Luca Rossi, per AN, chiederà pubblicamente se proprio sia indispensabile l’autosilo per riqualificare la piazza – necessità avvertita da tutti, referendari e antireferendari. Il rischio di lasciare le cose come stanno, con la piazza parcheggio a cielo aperto e scenario degradato, è concreto.

Fra gli interventi dei contrari all’autosilo, che voteranno "no" al referendum, spiccavano gli interventi del giornalista e regista Gilberto Squizzato e di Gian Pietro Rossi (foto), sindaco emerito della città. Squizzato, con la consueta fermezza, ha posto una questione che di questi tempi "suona male" o "non va di moda": «il conflitto d’interessi». La "questione morale" trent’anni dopo è ancora lì. «Se il referendum è consultivo» si chiede, «chi decide? Il consiglio comunale, cioè i partiti, che hanno già deciso… in altri ambiti, esterni al consiglio. Partiti di cui fanno parte – legittimamente – professionisti e investitori. Serve una pulizia e un’ecologia anche nei partiti: non è corretto che chi ha interessi discuta di questi in consiglio comunale e nei partiti, in maggioranza come all’opposizione».  

Duro l’ex sindaco Rossi, pure tra coloro che hanno supervisionato per decenni lo sviluppo urbanistico, non felicissimo, della città. «Non fu sotto la mia amministrazione che si approvò il piano regolatore del 1974, mi ritrovai invece a gestirlo. Si dice che l’autosilo era già previsto dal piano. Ma sapete quante auto sono state immatricolate con la targa VA dal 1974? Almeno un milione. La città intanto si evolve, espelle le fabbriche, qui invece no, si vuole tornare indietro in nome di quel piano. Ma se l’autosilo si fa a duecento metri di distanza, crolla il mondo? (Pare proprio di sì, ndr) Si sta disquisendo dottamente se "prossimo", nella legge regionale, voglia dire "attaccato" o "vicino" alle attività commerciali, riguardo al parcheggio…» Le sassate dell’ex sindaco e senatore, pesanti, sono però ben altre. «Fui io a salvaguardare l’attuale Museo del Tessile in cui ci troviamo e il suo parco. Ditemi quanti spazi verdi in seguito si sono difesi: da casa mia vedo ventuno gru in altrettanti spazi che un tempo erano vincolati a verde. Ecco il risultato del lassismo di questa amministrazione». Ma Rossi ne ha ancora: «Questo referendum è stato massacrato. Sembra addirittura, più che una consultazione popolare, un aborto clandestino per come in tutti i modi si è cercato di non parlarne».

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Pubblicato il 21 Maggio 2008
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