Interrogatori in carcere: Jacopo confessa il delitto. Andrea Tace
Il Gip ha ascoltato i due autori del massacro di Dean Catic; lunedì mattina la decisione sulla permanenza in carcere. La difesa di Bacchetta chiede i domiciliari
Jacopo Merani, 20 anni, ha ammesso di aver ucciso Dean Catic, 17 anni. La confessione bis, dopo quella resa al pm Agostino Abate, è stata pronunciata domenica, nell’interrogatorio di convalida dell’arresto, che si è tenuto in carcere a Varese, tra le 15 e le 17 e30. Al termine, l’avvocato Fabio Ambrosetti ha parlato di “piena confessione” aggiungendo che il suo assistito “ha chiarito altri particolari che non aveva fatto a tempo a precisare durante il primo interrogatorio”. Andrea Bacchetta, invece, si avvalso della facoltà di non rispondere. Si è trattato, tuttavia, di una scelta “tecnica”, voluta dall’avvocato Alberto Caleffi, poiché il legale non aveva mai parlato faccia a faccia con il suo assistito. “Valuteremo se consegnare più avanti una memoria spontanea” spiega l’avvocato, che nel frattempo ha eccepito sulla validità del fermo di polizia e sull’arresto, e ha chiesto i domiciliari. I due ragazzi, a detta degli avvocati, sono apparsi tranquilli. Più nervoso Andrea, almeno all’inizio. Mentre Jacopo, secondo il suo difensore, starebbe cominciando a capire che cosa è accaduto e ha detto al legale di essere dispiaciuto e preoccupato per la madre e la sorella.
Lunedì mattina, il gip Giuseppe Battarino deposita l’ordinanza, con la decisione sulle misure restrittive.
L’indagine non è finita qua. Rimangono infatti diversi aspetti da chiarire. Prima di tutto quale sia il vero movente, perché se è vero che si parla di un debito di 40 euro per del fumo non pagato (qualcuno dice per un cappellino), è anche vero che negli ambienti frequentati dai due giovani non è estraneo lo spaccio minuto di droga. Il fratello di Dean ha parlato di uno spacciatore che voleva fagliela pagare, mentre gli amici dei due assassini hanno invece fornito indicazioni che portano più vicini alla pista della gioventù annoiata e bruciata dalla manca totale di punti di riferimento. I ragazzi di Giubiano riferiscono della personalità borderline di Jacopo. Che sia lo droga, o che sia la noia, l’efferatezza del delitto appare tremenda e certi particolari, come la pastasciutta cucinata in via Duno dai due esecutori del delitto, insieme a un amico , poco prima dell’agguato, restituiscono un pericoloso mix di normalità e orrore, che spaventa ancora di più. E su Facebook si è scatenata la ridda di messaggi per Dean, il “Bak” e il “Mera”, come li chiamano i ragazzi del quartiere. Molti giovani conoscevano tutti e tre i protagonisti della storia. Ci sarà tanto lavoro per gli educatori: c’è tutta una generazione di ragazzi di Varese sotto choc.
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