“L’ho insultata ma non l’ho picchiata”

Parla l'uomo accusato di aver aggredito una ragazzina di 13 anni alla scuola Dante Alighieri. Ammette di averla offesa per il colore della pelle ma nega la sberla e contrattacca: mi ha colpito con un calcio nelle parti basse

«Mi vede? Sono grosso vero?».  L’uomo si alza per farsi notare meglio. « E le vede queste mani? Sono grosse vero?».  Confermo, sono quelle di un lavoratore. 

«Il referto dice che la ragazzina ha avuto zero giorni di prognosi giusto? Se le avessi dato davvero una sberla le conseguenze sarebbe state altre, giusto o no?».
Beh, non so. «E’ proprio così, io quella ragazzina non l’ho picchiata».

Comincia in questo modo il racconto del signor Antonio, 45 anni, l’uomo accusato di aver colpito una 13enne all’uscita della scuola Dante Alighieri giovedì scorso. E’ stato rintracciato, la questura gli ha notificato un avviso, c’è un procedimento in corso. E lui ha accettato di raccontare la sua storia a Varesenews.

Breve biografia del signor Antonio. Ha 45 anni, originario di Enna, vive a Varese da quando aveva 4 anni, guida i camion, si alza la mattina alle 3, va al lavoro. Ha una piccola denuncia per minacce sulle spalle ma giura che è assolutamente estraneo ai fatti.  Ha comprato tre mesi fa una Kia Sportage grigia, davvero una bella macchina, che però non è intestata a lui. E tutto parte da lì, da quella macchina.

Com’è andata quel giorno?
«Io sono arrivato alle 13 e 45 a scuola, ho parcheggiato in via Morselli (in divieto di sosta, ndr) con il muso verso la discesa. Poco dopo sono arrivati quattro ragazzini, e si sono messi davanti a me. Si scambiavano effusioni, a coppie di due, e con gli zaini mi strisciavano sul cofano della macchina. 30mila euro di macchina comprata solo da tre mesi. Mia moglie ha detto ai ragazzi di spostarsi».

E poi?
«E’ arrivata mia figlia e io ho messo in moto. Loro mi hanno sentito, mi guardavano e mica si spostavano. Solo dopo si sono fatti da parte e la ragazzina si è messa alla nostra destra».

L’ha investita o no?
«Insomma, era a pochi centimetri, se l’avessi investita sarebbe caduta e invece è rimasta in piedi».

L’ha toccata con il cofano però…
«Non so se l’ho toccata o no».

La ragazzina ha reagito?
«Sì, ha detto a mia moglie che cazzo vuoi».

Beh, è una ragazzina, o no?
«Io sono sceso, e lo ho detto ma ti vuoi spostare? E lei mi ha dato un calcio nelle p..».

E’ sicuro?
«Certo che sì’, mi ha dato il calcio, a quel punto io le ho dato una spinta ma con il petto, avevo le mani in tasca, giuro, lei mi ha insultato e mi ha detto vecchio di m., bastardo. Allora io le ho detto negra di m… tornatene a casa tua».

Perché signor Antonio, è una ragazzina, è più debole,  e poi perchè dirle quelle parole?
«Non so se una ragazzina è così’ indifesa… ma quelle parole le ho dette perchè le penso. Io ce l’ho con gli extracomunitari. Anche se sono meridionale. Sapesse quante volte mi hanno detto di andarmene. Ma almeno io sono italiano e sto al mio paese, non vado nemmeno in Svizzera, o in Germania».

In che senso, ma neanche in vacanza?
«No, neanche in vacanza, è meglio stare da noi che abbiamo dei bei posti».

Perché ce l’ha con gli stranieri?
«Perchè ci stanno rovinando l’Italia, nel mio lavoro gli autisti extracomunitari si vendono a metà prezzo, dormono nei camion, e io invece di 2500 euro al mese adesso ne guadagno 1300, per colpa loro».

Lei è razzista?
«No, e perchè? Lavoro anche con i pakistani e i senegalesi, ci troviamo bene, però sempre a debita distanza».

Lasciamo stare il razzismo, va bene, ma converrà che un adulto che aggredisce una bambina non è normale, giusto?
«Ma io ho agito così perché ho sentito un gran dolore in mezzo alle gambe con quel calcio».

Lei ha detto che quando c’è stato il litigio c’era anche sua figlia in auto, non crede che può averle creato dell’imbarazzo?
(si ferma, riflette in silenzio) «Penso…».

Anche se non le ha dato la sberla e non l’ha fatta cadere come lei dice, non pensa che forse ha un po’ esagerato?
«Già, e se mi rovinavano la macchina?».

Ma forse è successo ben di peggio, non crede?
«Non so, comunque io dico la verità, sono uno che dice sempre le cose come stanno».

Sua moglie che cosa le ha detto?
«Che ho fatto male, ma lei non ha preso il calcio nelle p…».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Ottobre 2010
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