Le accuse del pm: quei “viaggi di piacere” dell’ex sindaco

I capi d'imputazione completi. Peculato e concussione, per favorire una serie di amiche romene che frequentavano l'ex primo cittadino leghista

Sono quattro i capi di imputazione contro l’ex sindaco leghista Fumagalli. (nella foto il pm, Agostino Abate)
Dovrà innanzitutto rispondere di peculato perché avrebbe fatto usare l’auto del comune, guidata dai due autisti,
 per esigenze personali. E in particolare, «per far viaggiare cittadine straniere non comunitarie (all’epoca, ndr), senza alcuna ragione amministrativa o istituzionale, ma solo per suo vantaggio personale, ossia per farsi trasportare in loro compagnia per viaggi privati di piacere». I trasporti alle amiche sono avvenuti «ripetutamente» e il pm cita anche i nomi delle ragazze: Emilia, Elizabeta, Annamaria, Adriana, Ramona. I trasbordi erano vari: da Varese a Monza e ritorno, da Varese a Stresa, Reno di Leggiuno, Gallarate.

Il secondo reato è sempre di peculato. Secondo l’accusa sarebbe stato commesso, attraverso l’uso indebito di una casa comunale, il centro emergenze familiari di via Vetta d’Italia 8: l’imputato «imponeva al funzionario Silvio Pieretti , responsabile attività servizi sociali, di concederlo in uso gratuito, con totale accollo delle spese di gestione all’ente comune, alle cittadine non comunitarie Raduly Nicoletta Ramona e Tripon Adriana». Le due erano prive dei requisiti per l’alloggio e provenivano da Monza e dall’Emilia Romagna «per i motivi dei loro rapporti personali con l’imputato».

La procura rileva dunque che vi fu una appropriazione indebita dell’appartamento (non contestata come reato) per espresso ordine di Fumagalli al funzionario Pieretti, che continuò dal 23 ottobre del 2002 fino all11 novembre del 2002; cessò solo «per la ribellione di Pieretti che materialmente imponeva che le due straniere lo liberassero, entrando così in rottura insanabile con l’imputato». Pieretti (che da anni era distaccato in comune) venne successivamente allontanato da Palazzo Estense e tornò in regione.

Il terzo reato è la concussione. In più occasioni l’ex sindaco avrebbe fatto pressioni alla signora Augusta Lena, la titolare della cooperativa Sette Laghi che si occupava delle pulizie in comune e che aveva l’appalto in scadenza, chiedendo l’assunzione di tre ragazze. Emilia Carling, Elizabeta Edith Szabo, Annamaria Apostu (quest’ultima priva di permesso di soggiorno); assunzioni che però non furono mai realizzate per mancanza dei requisiti.

La quarta contestazione è sempre concussione. Secondo il pm Abate, Aldo Fumagalli «abusando delle sue qualità di sindaco» avrebbe indotto Augusta Lena della Cooperativa Sette Laghi (titolare di un appalto in comune, prossimo a scadenza) a concedere gratis l’uso di un appartamento della stessa cooperativa, a Varese, in via Marzorati, per la romena Szabo Edith Elizabeta, priva di regolare permesso di soggiorno. La ragazza era giunta da Brescia e aveva bisogno di una casa: scrive il pm che fu prima ospitata a Reno di Leggiuno, presso un appartamento dell’assessore comunale Alessio Nicoletti. Quando quest’ultimo dovette liberare l’immobile, il sindaco si rivolse alla Lena, che per 12 giorni dovette indirizzare 3 infermiere polacche – dipendenti della cooperativa destinate a quella casa – a una sistemazione provvisoria (il collegio De Filippi). 

Oggi in aula era presente la signora Augusta Lena che è parte civile con l’avvocato Fabio Vedani. Fumagalli invece si presenterà probabilmente agli interrogatori ed è difeso da Cesare Cicorella e Giancarlo Beraldo. 

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La ragioni della difesa 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Luglio 2011
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