Processo lumaca, il pm protesta in aula

Processo dei falsi timbri. Sono passati 10 anni dai primi arresti, 7 anni mezzo dalla richiesta di rinvio a giudizio. A dibattimento non si riescono neanche a interrogare i testimoni mentre i reati vanno in prescrizione. Il sostituto Abate fa mettere a verbale che così non si può più lavorare

Sono passati 10 anni dai primi arresti e 7 anni e mezzo dalla richiesta di rinvio a giudizio. Ci sono voluto 4 anni per terminare l’udienza preliminare e ora che il dibattimento è avviato la macchina della giustizia si inceppa ancora: i testimoni interrogati dall’accusa finora ammontano a zero.
E’ un processo lumaca che rischia di segnare una grave sconfitta per la giustizia, quello che si sta celebrando al tribunale di Varese contro 14 imputati accusati di aver favorito con dei falsi timbri sui loro passaporti, una ventina di prostitute che esercitavano in Svizzera.
Nella rete del pm Agostino Abate erano finiti carabinieri, poliziotti e finanzieri. Una indagine delicata culminata con i primi arresti addirittura nel 2001. Contro la logica e la giustizia congiurano i troppi impegni dei giudici al tribunale di Varese, la loro penuria e il continuo turn over. L’udienza di oggi è saltata perché uno dei giudici del collegio è stato designato nella commissione esami per avvocati.

Così i 9 testimoni non sono stati convocati e il dibattimento è stato rinviato al 31 gennaio, ma in quella data il giudice Anna Azzena non sa nemmeno che colleghi avrà a disposizione per formare il collegio giudicante. I giudici della sezione penale scarseggiano, c’è chi arriva e c’è chi parte e nel frattempo il reato di corruzione – inserito nei capi di imputazione per quella vicenda – è finito in prescrizione, un imputato è uscito pulito dal processo grazie ai termini scaduti, mentre per l’associazione a delinquere e falso documentale non si va oltre la fine del 2012 come tempistica. Considerando che bisognerebbe anche arrivare in cassazione il conto è presto fatto. Il processo lumaca rischia di vanificare 10 anni di lavoro e anche altri procedimenti sono nella stessa situazione.  Il pm Agostino Abate oggi in aula è sbottato e ha fatto mettere a verbali una dichiarazione molto dura: «In questo tribunale la sezione penale non è messa in condizione di svolgere i processi». La procura ha già segnalato il problema al presidente del tribunale. Il giudice Anna Azzena ha persino ringraziato il pm perché oggi ha espresso solidarietà ai togati, i quali si trovano a convivere a loro volta con l’incertezza dei calendari. Il timore della procura è che anche altri processi lunghi e complessi possano finire in nulla. Nel caso dell’inchiesta dei falsi timbri il pm ha inoltre ricordato che gli imputati, in fase di indagini, erano per buona parte rei confessi, e dunque perché non processarli? Suona proprio come una beffa.    

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Settembre 2011
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