Fumagalli e i funzionari per bene

La storia di Giuseppe Spatola e Silvio Pieretti, i dipendenti comunali che non aiutarono l l'amica romena dell'ex sindaco e che subirono pressioni. Il primo ha testimoniato oggi in aula

Destini incrociati a Palazzo Estense. Da una parte l’ex sindaco leghista Aldo Fumagalli che fece ospitare, per circa 10 giorni,  una bella ragazza straniera nella casa dei poveri di via Vetta d’Italia senza averne alcun titolo, dall’altra Francesco Spatola e Silvio Pieretti i funzionari dei servizi sociali che non aiutarono il sindaco ad occultare l’episodio e che in cambio si presero le ritorsioni.
La storia è emersa oggi, durante l’interrogatorio in aula di Francesco Spatola, dirigente del comune di Varese che ha risposto alle domande del pm Agostino Abate e del difensore del politico, Cesare Cicorella, al processo per peculato e concussione che vede imputato Fumagalli.
Spatola ha confermato fu il sindaco a spingere perché la famosa amica straniera fosse ospitata, senza titoli, nella casa comunale destinate ai poveri in via vetta d’Italia. Il funzionario Silvio Pieretti era perplesso perché la ragazza, più che una bisognosa, sembrava una fotomodella; si accorse inoltre che nella casa comunale le donne erano due, anche se non videro mai la seconda ragazza.
L’interrogatorio ha cercato di chiarire se il sindaco fosse il «grande protettore» della donna, come l’ha definito Spatola. Secondo il funzionario sì, era proprio così. Fu Silvio Pieretti a pretendere che abbandonasse l’appartamento occupato indebitamente ma la donna reagì minacciosa: “Lei non so chi sono io, non sa che cosa le potrà succedere”. Pieretti fu inflessibile, addirittura disse alla ragazza che voleva vedere le sue valigie fatte per essere sicuro che se ne andasse, e un giorno si vide l’autista del sindaco Fumagalli arrivare in ufficio con i bagagli della “fotomodella”.
Per i due funzionari che non aiutarono l’allora sindaco a coprire la presenza dell’amica iniziarono così le ritorsioni. A Pieretti fu chiesto di rinunciare all’incarico a Varese (era un dipendente regionale) ma questi era il fiore all’occhiello dei funzionari di Palazzo Estense, e tutto il mondo del volontariato si ribellò all’idea. Spatola ottenne valutazioni negative che lo penalizzarono economicamente.  Oggi ha ancora un contenzioso civile aperto che non è stato ancora chiuso. Il motivo va assolutamente segnalato. Il dirigente ha detto in aula che Palazzo Estense gli deve 13mila euro ma per il momento ha congelato la causa perché sa che quei soldi verrebbero tolti ai servizi sociali, e non vuole penalizzare gli utenti più deboli. E dire che un giorno Fumagalli lo fece convocare e gli disse in faccia che non era un buon funzionario.

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Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Gennaio 2012
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