“Quella scritta va rimossa. A spese della Lega”
Le opposizioni attaccano il carroccio e chiedono che il sindaco faccia rispettare il regolamento di polizia locale, che prevede anche una multa. I padani difendono (anche in tribunale) i loro imbrattatori: abbiamo il diritto di fare politica
Chi paga? E’ attorno a questa domanda che ruota oggi il dibattito politico a Varese. La scritte che tre ragazzi leghisti hanno fatto con vernice bianca sul muro dell’ippodromo fanno discutere. Per il loro gesto, i 3 giovani pagheranno, forse, di fronte alla giustizia. Una denuncia per l’imbrattamento e per il vilipendio delle istituzioni, un reato di opinione, tra l’altro, che alcuni partiti chiedono di abolire
Per la difesa dei giovani pagheranno le loro famiglie o forse la Lega Nord (oppure saranno difesi gratis) perché il sindaco, l’avvocato Attilio Fontana, ha dichiarato che difenderà i tre giovani in tribunale. Per la rimozione della scritta, invece, secondo il Partito Democratico dovrebbe pagare il movimento dei Giovani padani, visto che ha rivendicato il gesto.
Lo dice il capogruppo in consiglio comunale Fabrizio Mirabelli: «Il comune potrebbe essere chiamato a prendere soldi pubblici per rimediare alla maleducazione dei giovani in camicia verde». Mirabelli è rimasto sorpreso dal fatto che il sindaco abbia difeso i giovani: «Come spiega il sindaco il fatto che ai Giovani Padani sia permesso di derogare al decoro urbano mentre ai commercianti, tanto per fare un esempio, sono stati imposti perfino i tipo di tavolini e di tovaglie che possono utilizzare all’aperto?». L’opposizione cerca insomma di evidenziare la spregiudicatezza leghista ma va oltre, Mirabelli fa le pulci anche alla sezione cittadina della Lega Nord, che ha affisso un lenzuolo sul balcone con scritto «muri puliti uguale popoli muti». Si tratta di una violazione del regolamento di polizia urbana (elaborato tra l’altro dall’assessore leghista Carlo Patti). E ne chiede la rimozione.
Sul fronte padano i junior del caroccio annunciano che vogliono scrivere l’insulto a Mario Monti in tutti i muri del Nord. C’è fierezza nell’atteggiamento del caroccio. Il segretario cittadino Marco Pinti ha difeso apertamente la libertà di fare politica anche con le scritte sui muri. Che sono in fondo uno dei miti delle origini per la Lega Nord. Non tutti si possono permettere uffici stampa, per carità, ma questo era forse più vero quando con pochi soldi e spirito visionario Umberto Bossi in persona a scriveva sui muri del Varesotto. Una volta rovesciò il barattolo della vernice nella macchina della madre di Roberto Maroni. Lo racconta a ogni comizio, ed è uno degli episodi che cementa il legame tra i due leader.
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