Uva, il giorno più lungo della procura

I pm sono andati per la loro strada e non hanno voluto recepire in toto le conclusioni del gip, ma ora si pone un altro problema: c'è un altro processo che nasce dal caso Uva, chi lo condurrà?

L’aria che tira a Varese è quella di una procura spaccata. Da una parte ci sono i pm Agostino Abate e Sara Arduini, che si sono visti togliere il fascicolo del caso Uva e dall’altra c’è il procuratore Felice Isnardi, un capo provvisorio, facente funzione, distaccato dalla procura generale di Milano, che a maggio tornerà nei suoi uffici quando il csm nominerà il nuovo procuratore di Varese. Fino a quando la procura è stata retta dal magistrato Maurizio Grigo, oggi procuratore generale a Campobasso, il ruolo di questi pm non era mai stato messa in discussione.
Abate e Arduini, ora, possono fare delle osservazioni al csm contro la decisione di Isnardi, ma l’organo superiore della magistratura non può revocare il provvedimento del capo dell’ufficio che tuttavia deve essere motivato. Ci saranno probabilmente degli strascichi ma tutti interni alla magistratura. Isnardi terrà il fascicolo fino all’udienza preliminare, ma dopo nessuno sa con precisione che cosa accadrà. Potrebbe essere assegnato a un nuovo pm o in linea teorica anche restare allo stesso Isnardi.


La scontro sui pm 
Qualcosa è cambiato. La procura generale aveva respinto per 6 volte le richieste di avocazione contro Abate e Arduini e anche i due procedimenti disciplinari contro i pm finiti al csm, non sono per ora avanzati. Il fascicolo invece è stato tolto ai due pm perché avrebbero scritto un documento illogico: i due magistrati hanno obbedito alle richieste del gip ma senza rinnegare quanto avevano precedentemente affermato nelle loro conclusioni all’inchiesta, quando avevano disposto la richiesta di archiviazione. Secondo alcuni si può persino concludere che i pm abbiano in fondo sostenuto una loro coerenza fino in fondo: non credendo a quanto prospettato dal gip, hanno cioè riscritto gli stessi elementi della loro inchiesta. Ma va ricordato che i principali avversari di questi pm sono Lucia Uva, gli avvocati di parte civile Fabio Ambrosetti e Fabio Anselmo e il senatore del Pd Luigi Manconi, quest’ultimo alfiere di una campagna per la riapertura del caso che ha coinvolto stampa e tv nazionali. 

I paradossi e i ricorsi
E’ un paradosso, in fondo, ma di cose strane in questa vicenda non ne mancano. Ad esempio, vi sarà anche un secondo processo derivante da questa indagine, e vedrà Lucia Uva e altri imputati per diffamazione contro i carabinieri, per aver sostenuto in tv che Giuseppe Uva era stato violentato. I pm di questo processo dovrebbero essere proprio Abate e Arduini: sarà loro revocato anche questo?
Le parti civili delle sorelle Uva hanno sempre tifato per le indagini contro i carabinieri e hanno festeggiato quando furono assolti i medici che pure avevano avuto 4 avvisi di garanzia per la morte del fratello perchè somministrarono sedativi e calmanti a un soggetto ubriaco e debilitato tre ore dopo il passaggio in caserma. Infine, l’ordinanza del gip Battarino ha prospettato un reato, omicidio preterintenzionale, che in precedenza non era stato suggerito alla procura e per questo Luca Marsico, avvocato degli 8 indagati, ha fatto ricorso in cassazione.  

Imputazione coatta, il precedente
Comunque sia, la vicenda processuale non è affatto decisa. Un episodio simile a quello del caso Uva è accaduto a febbraio con gli stessi protagonisti. Il pm Abate ha indagato per 3 anni sulla vicenda di un uomo che, uscito dal dentista, ha avuto un incidente stradale ed è morto. Il gip Battarino ha chiesto l’imputazione coatta del dentista perchè gli avrebbe somministrato un farmaco che induce sonnolenza senza avvisare il paziente. In quel caso, il pm ha obbedito ma il gup Giorgetti alla fine ha archiviato. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Marzo 2014
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