Farioli “scuce” quattro milioni “pronta cassa” alla Provincia

Saranno "un anticipo" sui venti promessi per l'intesa quadro su Accam: "pochi, maledetti e subito". Contestualmente si modfica la maxiconvenzione del 2007 con Villa Recalcati (campus Beata Giuliana)

Farioli batte cassa a Villa Recalcati e "scuce" alla Provincia di Varese quattro milioni tondi tondi, un consistente anticipo sui venti promessi per la zona dell’area Accam; contestualmente si va a ritoccare la maxiconvenzione del 2007 tra Provincia di Varese e Comune di Busto Arsizio, quella da 38 milioni legata fra l’altro alla creazione del polo sportivo (per il quale è in costruzione il palaghiaccio) e del campus scolastico o Parco dello Studio di Beata Giuliana, nonchè alla tormentosa (e kafkiana) vicenda della Fondazione Blini. È quanto discusso in commissione congiunta bilancio e ambiente e territorio lunedì 6 dicembre, relatore il sindaco. «Non mi nascondo dietro un dito, i venti milioni in realtà li aspettavamo in tre anni. poi tra patti di stabilità e finanziarie…» anche la Provincia, ente non particolarmente "ricco", tentennava: ma a Busto c’erano conti, e fornitori da pagare, e parimenti i vincoli del patto di stabilità da rispettare. E Farioli è andato a negoziare un anticipo.
A fronte della convenzione più vecchia, che chiameremo "di Beata Giuliana", fortemente voluta nel 2007 da un Marco Reguzzoni, allora presidente della Provincia prossimo ad una trionfale rielezione, Villa Recalcati si era impegnata, per la sola parte relativa alla realizzazione del Parco dello Studio, allo stanziamento di 14,5 milioni di euro da versare al Comune all’approvazione del progetto definitivo di ogni singolo lotto da parte della Giunta Comunale. Il Comune di Busto Arsizio per parte sua si impegnava all’acquisizione delle aree di proprietà di terzi come poi ha fatto quest’anno, a chiusura di un contenzioso su parte delle medesime che si trascinava dal 1962 (!).
Quanto invece all’intesa quadro tra Regione Lombardia, Provincia di Varese e Comune di Busto Arsizio riguardo la zona dell’inceneritore Accam e dintorni sottoscritta il 24 febbraio scorso, la Provincia di Varese si impegnava ad assicurare i citati 20 milioni di euro entro il termine massimo di 10 anni per interventi infrastrutturali di riqualificazione; mentre Busto si impegnava a progettare, realizzare e gestire le opere così finanziate, il sistema di monitoraggio e mitigazione ambientale, l’interconnessione di aree e reti verdi, e a supportare la Regione nel ripristino funzionale delle vasche volano (i relativi cartelli dei lavori, ormai pezzi di modernariato, sono lì ad arrugginire dagli anni Novanta, ndr).

Cosa accade ora: che come si può leggere nella delibera che si voterà in consiglio comunale giovedì 9 dicembre, si dà priorità alla concretizzazione dell’intesa quadro per la zona Accam rispetto alla convenzione per le scuole all’estremità opposta della città, fermo restando il "preminente interesse" per il parco dello Studio della Provincia, titolare dell’istruzione superiore, in mano all’assessore (e consigliere comunale) bustocco Gianfranco Bottini.
In base a ciò la delibera, oltre a prendere atto dei citati quattro milioni di anticipo in arrivo dalla Provincia («pochi, maledetti e subito», chiosava Farioli), modifica l’art. 7 della convenzione su Beata Giuliana precisando che saranno in carica alla Provincia tutte le fasi della progettazione e realizzazione del futuro polo scolastico, e che sempre Villa Recalcati rifonderà al Comune 2,1 milioni per le spese di acquisizione dei terreni. Cifra giudicata insufficiente, e non rivalutata, dal sempre puntiglioso Diego Cornacchia (PdL). L’acquisto del più vasto complesso di terreni della Cascina dei Poveri (220mila mq contro i 90mila interessati dal progetto Parco dello Studio) non è costato meno di 8 milioni. «Meglio tenersi i terreni che prendere i soldi» scuotevano la testa i consiglieri di minoranza del PD, contestando anche il fatto che non ci siano i margini per rivedere o ridiscutere quanto deciso, se è vero che la Provincia dovrà versare i quattro milioni qualche giorno prima di Natale. Ed è un "regalo" che, pur utile, viene guardato con qualche perplessità.
Fra le altre modifiche previste, all’art. 10, la Provincia "rimette piede" anche nel futuro dello stabile di piazza Trento e Trieste, oggi di sua esclusiva competenza, che dovrebbe ospitare la Fondazione Blini quando sarà pronto il nuovo edificio del liceo artistico Candiani, in ritardo ormai di anni per le note vicissitudini. Si precisa infatti che "la parte dell’immobile destinata a palestra continuerà ad essere utilizzata in comodato d’uso da parte della Provincia, esclusivamente per le finalità scolastiche".

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Pubblicato il 06 Dicembre 2010
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