Busto e i senza tetto, la storia infinita

Non è la prima volta che si parla di senzatetto all'interno dell'ospedale. Ecco la storia del rapporto tra la città, l'ospedale, la stazione e i bustocchi che una casa non hanno.

Non è la prima volta che a Busto si parla dei senzatetto che vivono nei sotterranei dell’ospedale cittadino. Era già successo per due volte nel 2008, quando per due volte in cinque giorni un incendio era divampato nei sotterranei della struttura. Lo stesso è successo nel novembre del 2011 ed anche questa volta tutti avevano pensato ai senzatetto, tanto che era stato necessario precisare che loro non c’entravano e dare avvio ad un progetto di vigilanza notturna e videosorveglianza. Ma qualche mese dopo un nostro lettore, dipendente dell’ospedale, ha voluto raccontare che in realtà poco era cambiato rispetto al passato. Poi, con l’estate e il caldo il problema non era certo stato dimenticato fino a riproporsi in questi primi giorni del 2013 con modalità, se possibile, ancora più delicate.

Ma la cronica presenza di senza dimora nell’ospedale (nel 2010 è stata addirittura organizzata una tavola rotonda per discuterne) ha radici profonde nell’inadeguatezza che da sempre colpisce le politiche cittadine nella gestione del tema. Ad oggi, infatti, non esiste un rifugio in città e nonostante trattative che sono ormai iniziate da oltre tre mesi, Palazzo Gilardoni e RFI non hanno ancora trovato l’accordo sul canone d’affitto e sulla durata della locazione degli 80 metri quadri che verrebbero trasformati in un dormitorio. E dire che i soldi per realizzarlo non mancherebbero dal momento che saranno i Lions a farsi carico dei lavori e saranno le associazioni della rete Vo.La.Re a gestirlo. E lo erano anche quando gli occhi dell’amministrazione si erano posati sull’ex parcheggio delle biciclette della stazione "dello Stato" in città.

E sono proprio le ferrovie il terzo attore di questa storia. E’ stato Ivan Forstieri, gestore dell’edicola della stazione, nel 2009 a riproporre la questione dei senza tetto che vivevano nella stazione sottolineando più volte la drammaticità di quel disagio. Un anno dopo, poco prima dell’inverno 2010 – 2011, il "fu" assessore Crespi aveva tracciato un bilancio della situazione sottolineando in quell’occasione che l’ospedale "hamesso disposizione quattro posti in un reparto non utilizzato dove potranno trovare riparo le persone senza tetto che finora dormivano precariamente negli scantinati nelle fredde notti d’inverno". Stanzoni che, oggi, sono statievidentemente destinati ad altro. Per l’inverno successivo, invece, la situazione trovata è stata frutto di un accordo con RFI che per tutto l’inverno ha reso la sala d’aspetto della stazione disponibile per chi un posto caldo non aveva. O forse tiepido. Si scopre oggi, infatti, che il riscaldamento della sala veniva spento nella notte lasciando i senza tetto sostanzialmente in balia dell’andamento meteorologico. E quella che doveva essere chiaramente una situazione eccezionale, invece, è diventata la normalità anche per l’inverno che stiamo attraversando con la "novità" che il riscaldamento all’interno della sala d’aspetto non funziona neanche di giorno.
E pensare che si tratta solo di 15 persone. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Gennaio 2013
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