“Il Comune ha fatto tutto il possibile, la colpa è di altri”

Parla Ivo Azzimonti, assessore ai servizi sociali, che assicura l'imminente apertura del dormitorio anche se i problemi sul tavolo sono molti: l'assenza di un progetto, i dubbi sulla gestione e le incognite sui finanziamenti

Nella trattativa tra assessorato ai servizi sociali e Rete Ferroviaria Italiana per la concessione di un ex ufficio della stazione di Busto per l’apertura di un dormitorio c’è un grande assente: il progetto. «Era inutile andare avanti a progettare il servizio senza una sede sicura», spiega l’assessore Ivo Azzimonti e proprio per questo «è stato semplicemente abbozzato».
I carteggi di questi mesi con i vertici lombardi delle Ferrovie, dunque, hanno riguardato semplicemente la proposta per l’affitto dello stabile e, quindi, è stata inevitabile una richiesta economica per la struttura. Ma la scelta di seguire la strada della locazione è stata più obbligata che scelta consapevolmente. La possibilità di presentare una domanda alla Onds, l’Osservatorio sul Disagio Sociale e la Solidarietà nelle Stazioni che avrebbe potuto portare all’apertura di un dormitorio senza pagare un affitto, non è stata nemmeno presa in considerazione. E questo perchè nessuno negli uffici di via Roma è al corrente della sua esistenza. Nonostante il fatto che la prima volta che questo giornale ne ha parlato era il febbraio scorso, nonostante la lettera che i Lions hanno inviato proprio alla Onds e nonostante una interrogazione di Walter Picco Bellazzi nessuno negli uffici dell’assessorato ha mai pensato di cercare di capire cosa sia questa organizzazione.
Ma se a questo si può rimediare, ben più complesso potrebbe risultare la scrittura vera e propria del progetto. In una riunione dello scorso febbraio i volontari della rete Vo.La.Re. avevano infatti mostrato una grande divergenza di idee per la gestione del centro rispetto a quella proposta dall’amministrazione. E sarebbe proprio questa una delle cause che, secondo l’assessore ha portato il progetto ad arenarsi «con una parte della rete dei volontari che non era disposta a pagare l’affitto alle ferrovie» e che avrebbe perciò affossato il piano. «Fosse stato per noi, il dormitorio sarebbe già partito lo scorso anno», chiosa Azzimonti. Con il passare dei mesi, però, la mediazione tra le parti non è stata trovata poiché il tavolo tra Comune e volontari non è stato più convocato.
La situazione diventa ancora più complicata se si considera che nei piani dell’assessorato ci sarebbe l’idea di spingere sull’acceleratore e di arrivare all’apertura della struttura di accoglienza già per questo -imminente- inverno. Ma il fatto di non aver convocato per così tanto tempo il tavolo delle reti potrebbe avere un risvolto anche economico. I Lions, che da anni hanno pronto il finanziamento della struttura, hanno infatti più volte dimostrato la loro indisponibilità a pagare a fronte di una locazione dello stabile assicurata per due soli anni. Per questo motivo, oltre ai 14.000 euro di locazione (parte dei quali dovrebbe provenire dalla messa a reddito di una villa disabitata nelle disponibilità di Aler) il Comune rischia così di farsi carico anche dei costi di ristrutturazione dei locali. In tutto questo il rischio -molto concreto- sarà quello di avere una struttura pronta (o quasi) ma nessuno che la gestisca.

Leggi anche – Pagare l’affitto per il dormitorio: "E’ Busto che ha scelto questa strada"

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Settembre 2013
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